Corti Elia Nasce di Ernesto e Cavalli Luigia, nato, il 20 maggio 1888 a Sarzana (Spezia). Muratore, anarchico. Senza istruzione si interessa tuttavia alle idee anarchiche e si segnala ben presto come militante molto attivo. Durante la guerra si rende renitente alla leva e riporta una condanna a due anni e sei mesi per diserzione, nel novembre del 1917. Prende parte attiva alle agitazioni sociali dell’immediato dopoguerra. È in rapporto con i più noti anarchici del sarzanese come Ugo Boccardi e Mansueto Luccherini (segretario della Lega Minatori di Sarzana). Uomo d’azione, partecipa a scioperi e manifestazioni con incarichi di difesa e di vigilanza. Nel novembre del 1920, a seguito di disordini avvenuti a Sarzana, viene ucciso un carabiniere e un altro è ferito; Corti è accusato di essere il responsabile del fatto di sangue ed è costretto a fuggire per evitare l’arresto. Riesce a raggiungere la Francia nascondendosi su un camion diretto a Ventimiglia. Qui si fa rilasciare un permesso di soggiorno sotto il nome di “Antonio Casella”, altro anarchico spezzino. Nel 1921 è iscritto in Rubrica di frontiera e nel Bollettino delle ricerche. E’ condannato in contumacia all’ergastolo dal Tribunale di Chiavari il 17 maggio 1923. Nel 1931 viene segnalato a La Seyne-sur-Maire (Tolone), ma si sposta spesso per motivi di lavoro, ha recapito a Troyes. È in contatto con gli ambienti anarchici dell’emigrazione e anche con esponenti di Giustizia e Libertà Nel 1936 viene segnalato in Spagna come combattente nella Sezione Italiana della Colonna “Ascaso” della CNT, ma nel dicembre di quell’anno è nuovamente in Francia. Il 13 marzo dell’anno successivo viene nuovamente segnalato in Spagna. Nel febbraio del 1939 è in Corsica, dove prende parte a dimostrazioni contro il regime fascista italiano. Nel marzo dello stesso anno, un rapporto di polizia lo segnala come organizzatore di attentati in Italia e in procinto di compierne lui stesso rimpatriando sotto falso nome. Ad aprile è segnalato a Bruxelles. Nel giugno del 1939 è arrestato perché privo di documenti e del permesso di soggiorno e viene espulso verso il Lussemburgo (si fa sempre passare per Casella, ma assume spesso anche le false identità di “Antonio Ballon” e di” Antonio Landri”). Ritornato a Bruxelles è di nuovo arrestato alla fine del mese. Internato nel campo di Merksplas, vicino ad Anversa, riesce a fuggire, tornando a Parigi. Sotto l’occupazione tedesca, sempre con il nome di Antonio Casella, lavora alla costruzione di un campo di aviazione, ma nel gennaio del 1942 è arrestato dai tedeschi che lo rimpatriano consegnandolo alla polizia italiana. Incarcerato alla Spezia per scontare la condanna all’ergastolo, nel 1944, evade insieme ad altri detenuti grazie a un colpo di mano del gruppo di partigiani anarchici guidati da Elio Wochiecevich. Dopo di che, secondo alcune fonti, prenderebbe la via dei monti per organizzare, con il nome di battaglia di “Baluardo”, un distaccamento libertario partigiano. S’ignorano data e luogo di morte.
Annotazioni: Scheda biografica redatta da G. Barroero per il Dizionario Biografico on line degli Anarchici Italiani URL ttps://www.bfscollezionidigitali.org/entita/13932-corti-elia-torquato-ferruccio?i=18 consultata il 5 maggio 2022
Commenti