Giacomelli Ugo di Oreste e Sacchi Emilia, nasce a Oneglia (Imperia) 1'8 ottobre 1905. Da giovane è impiegato, nell'esercito è ufficiale. Congedatosi, di idee antifasciste e socialiste, emigra in Francia nel 1930 e si stabilisce a Tolosa. A seguito dell'insurrezione fascista del generale Franco, passa in Spagna e si arruola inizialmente in unità spagnole repubblicane. E' ufficiale nella Colonna del Partito Socialista Unificato di Catalogna, operante in Aragona nel 1936. Successivamente nella 8. Brigata Carabineros. Dall'agosto al dicembre 1936 è sul fronte di Aragona, partecipa a varie battaglie tra cui quella di Almudevar e Huesca tra il 16 e il 27 novembre 1936. Quando le Colonne si sciolgono per confluire nell'Esercito Popolare, Giacomelli entra a far parte del Battaglione Garibaldi e successivamente della XII Brigata Internazionale Garibaldi. Tra il 6 e il 28 febbraio 1937 partecipa alla battaglia del Jarama (quinta offensiva fascista contro Madrid) dove, durante aspri scontri, rimane ferito nella parte sinistra della fronte. Combatte sul fronte di Madrid durante le battaglie di Casa de Campo prima, e di Guadalajara dopo, nel marzo 1937. Dopo la grande offensiva fascista del marzo 1938 nella bassa Aragona durante [a quale le truppe nemiche giungono al mare Mediterraneo nei pressi di Vinaroz il 18 aprile successivo, il Giacomelli segue le sorti della XII Brigata Garibaldi; sorti che si susseguono durante la battaglia dell'Ebro nel luglio 1938 e la successiva controffensiva fascista durante viene nuovamente ferito. Inizialmente creduto morto alla fine è solo ferito: Durante la sua convalescenza la situazione in Catalogna precipita. I fascisti avanzano inesorabili, occupano Barcellona e tutto il territorio circostante. Giacomelli, ritornato in condizioni di combattere, pensa di riprendere la lotta, per cui si sposta nella Spagna centrale, ma una giunta formata dal colonnello Segismundo Casado, dal generale Miaja, dal socialista Juliàn Besteiro e dall’anarchico Cipriano Mera rifiutano di continuare ad obbedire al governo centrale di Negrin, nella vana speranza di poter negoziare condizioni migliori di resa con Franco. Negli scontri successivi nella capitale che contrappongono i militari fedeli a Negrin alla giunta di Casado, numerosi combattenti comunisti sono catturati e fucilati ed il 28 marzo 1939 le Armate fasciste, entrano a Madrid. Alla caduta del fronte del Centro, Giacomelli riesce a portarsi al porto di Alicante e ad imbarcarsi sullo “Stanbrook” (carta d'imbarco n. 1439), nave inglese comandata dal coraggioso capitano Archibald Dickson, che dopo un attacco aereo franchista, è l’ultima nave a salpare nella notte tra il 28 e 29 marzo 1939, portando in salvo 2638 profughi. Raggiunta l’Algeria, dopo un mese di attesa a bordo, ai passeggeri colpiti da un’epidemia di tifo viene infine concesso di sbarcare ad Orano in Algeria il primo aprile 1939. Internato in un campo sulla base degli accordi di armistizio con la Francia, è consegnato alle Autorità italiane fasciste. Tradotto in Italia e deferito alla Commissione Provinciale, viene assegnato al confino alle isole Tremiti e, poi, a Pisticci. Dopo la caduta di Mussolini è liberato ma, durante la Resistenza, di lui si perdono le tracce. Ricompare nel dopoguerra in Toscana a Montevarchi (Arezzo).