Emilio Rossetto. detto Dante, di Giovanni e Longhetto Beatrice, nato a Treviso il 12 marzo 1903 in una famiglia nota, nel "quartiere rosso” di Sant'Ambrogio di Fiera dove risiede. per le sue inclinazioni social-comuniste. Esercita il mestiere di facchino ed è il più giovane di 6 fratelli. Ha 18 anni quando il 14 luglio 1921 il suo quartiere è oggetto di una spedizione una punitiva da parte di un gruppo di squadristi giunti a Treviso d giorno precedente assaltare le antagoniste associazioni repubblicane e cattoliche. Dalle autorità di polizia fasciste è considerato. come peraltro gli altri membri della sua famiglia, un elemento politicamente pericoloso. Si legge infatti. nella scheda biografica conservata nel suo fascicolo Casellario Politico Centrale, che “in pubblico riscuote pessima fama pel suo carattere violento e aggressivo e perché più volte denunciato e condannato quale responsabile di lesioni, furto, ingiurie porto abusivo e sparo d'arma, oltraggio agli Agenti della forza pubblica. In una rissa si procura uno sfregio verticale alla guancia sinistra, lungo circa 10 centimetri. Professa idee comuniste. dimostrando “attitudine capacita spicciola delle sue idee tra i compagni di lavoro i quali subiscono il suo ascendente imposto anche con minacce e violenza. Nemico del Fascismo fa aperte dichiarazioni di avversione al regime ed al Governo Nazionale.” Il 20 agosto emigra in Francia. Nel 1927 è a Le Coteau, nel dipartimento della Loira. Nel 1929 a Montargis. dipartimento del Loiret a quest'epoca risale una lettera inviata alla madre, sequestrava e conservata in originale nel suo fascicolo in cui informa i familiari “di aver cambiato posizioni “e assicura dl non averli dimenticati e si scusa per non aver scritto loro prima. invitandoli a non stare in pensiero per lui “che io qui la passo benissimo e tranquillo”. Nel gennaio 1930 viene iscritto in Rubrica Frontiera. Viene inoltre segnalato per essersi munito di un passaporto svizzero recante d falso nome "Carlo Franceschini". che avrebbe utilizzato per trasferirsi a Parigi da Bruxelles (dove avrebbe abitato insieme ad una donna sedicente inglese e sua presunta moglie) il 15 maggio 1930. Oltre al falso nome di " Franceschini, sembra utilizzi anche quelli di "Franscini" e “Fascini”. Nel marzo 1931 è di nuovo a Montargis. Nell’ottobre 1934 – epoca in cui si ritiene “risieda abitualmente nella Loira” viene notato in un caffè di Saint-Denis in compagnia di socialisti intenti una discussione inerente alla costituzione del Fronte Unico. Il 3 marzo 1937, in una nota della Divisione Polizia Politica, compare un elenco di connazionali arruolati nelle milizie comuniste in Spagna (le cui famiglie si ritiene “vengano sussidiate dal Partito Comunista d’Italia”), fornito un fiduciario “ben introdotto negli ambienti comunisti”. ln esso è indicato come residente in località Villeurbanne. Secondo fonti dell’AICVAS (Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti di Spagna), è assegnato alla Brigata Garibaldi e viene ferito sul Fronte dell’Ebro. Rientrato Francia, risulta tra gli internati nel campo di Gurs ln seguito pare che le autorità italiane ne perdano completamente le tracce. Si legge infatti nelle note contenute nel suo fascicolo che tutte indagini condotte per accertarne il recapito hanno dato esito negativo, anche perché non mantiene rapporti epistolari con congiunti e amici residenti a Sant’Ambrogio di Fiera. Si ignorano data e luogo della morte. La cognata Teresa “Resi” Fantin Rossetto (moglie del fratello di Emilio, Sante, detto “Gigi”) fu presente all’incontro che si tenne il 23 maggio 1976 a Venezia in ricordo della guerra civile spagnola con gli ex volontari di Spagna veneti ed i familiari dei caduti e dei deceduti.
Annotazioni: Scheda biografica compilata da Francesca Pierobon per il volume Scegliersi la parte. Antifascisti trevigiani volontari nella guerra civile spagnola (1936-1939) , Il Poligrafo 2022.
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