Zecchini Bruno detto “il Biondo”, nato il 4 febbraio 1903 a Venezia. Meccanico di automobili, comunista bordighista. Nato in una famiglia di sovversivi e residente nel sestiere di Dorsoduro, dal 1919 aderisce alla Federazione Giovanile Socialista. Già prima del congresso di Livorno è tra i giovani che il 13 novembre 1920 si ritrovano per condividere e discutere il programma della frazione comunista. Nel 1921 aderisce dalla sua fondazione alla Gioventù Comunista, divenendone uno dei membri più attivi. Arrestato a Venezia durante uno sciopero il 18 aprile 1921, subisce nel 1923 una perquisizione domiciliare che porta al sequestro di un documento del segretario delle Federazione Giovanile Comunista di Venezia, Antonio Scapin, che lo segnala come compagno esemplare. Fiduciario del Comitato sindacale nazionale dei metallurgici, nel 1924 si trasferisce a Milano dove prosegue la sua attività politica di agitatore e propagandista. Nel 1926 è sospeso per 6 mesi dal Partito Comunista d’Italia per il suo appoggio alle tesi di Bordiga e presenta opposizione al provvedimento. Il 27 novembre 1926 viene sequestrato dai fascisti in un locale nella Galleria Vittorio Emanuele di Milano e portato alla sede del gruppo fascista Sciesa, per essere interrogato. Gli squadristi sono alla ricerca di suo cognato Ottorino Perrone, che ha sposato la sorella Ida Zecchini. Dopo un’ora e mezzo di interrogatorio, riesce a fuggire saltando da una finestra, ma procurandosi lesioni guaribili in 15 giorni. Il 12 dicembre 1926 fallisce un primo tentativo di espatrio clandestino da Varese ed è rimandato con foglio di via a Venezia e diffidato. Il 1° maggio 1927 è arrestato perché sospettato di aver diffuso volantini che incitavano alla rivolta contro il fascismo e ammonito. Schedato il 10 maggio come “pericoloso comunista”, è arrestato il 24 luglio 1927 con l’accusa di aver tentato la ricostituzione del Partito Comunista. Deferito al Tribunale Speciale è assolto per insufficienza di prove, ma successivamente assegnato il 16 maggio 1928, al confino per 4 anni all’ isola di Lipari, dove si ammala gravemente. Liberato nel luglio 1931 si porta clandestinamente in Belgio, dove si riunisce con Ottorino Perrone. Nel febbraio 1933 è espulso dal Partito Comunista d’Italia ed aderisce alla Frazione di Sinistra bordighista che pubblica il periodico “Prometeo” in italiano e “Bilan” in francese. Espulso dal Belgio nel febbraio 1933 si porta in Francia a Parigi, continuando a militare nella Frazione bordighista. Allo scoppio della guerra civile in Spagna si apre un dibattito nell’organizzazione. La maggioranza che considera la guerra uno scontro tra due fazioni della borghesia, propone il “disfattismo rivoluzionario”, rifiutando di appoggiare il reclutamento di volontari. La minoranza è invece favorevole alla difesa della Repubblica spagnola, ipotizzando che nella guerra possa svilupparsi un movimento rivoluzionario. Zecchini aderisce alle tesi della minoranza e parte nell’agosto 1936 con altri compagni per arruolarsi. Giunto a Barcellona si presenta al POUM (Partido Obrero de Unificaciòn Marxista), partito comunista antistalinista presente soprattutto in Catalogna, che lo arruola nella Colonna internazionale “Lenin”. Combatte in Aragona a Estrecho Quinto. Quando il governo repubblicano impone la militarizzazione delle milizie, Zecchini come molti altri, rifiuta il provvedimento, lascia il fronte e rientra a Barcellona trovando lavoro come meccanico a Barbastro. Nell’aprile 1937 rientra a Parigi e si iscrive, come quasi tutta la minoranza bordighista alla Union Communiste fino alla II guerra mondiale. Durante la guerra sembra non faccia parte di alcuna organizzazione politica. Quando nel maggio 1945 si forma la Frazione Francese della Sinistra Comunista Internazionale (FFGCI) di Suzanne Voute, Albert Vega e Raymond Hirzel, che pubblica prima un Bollettino e poi la rivista “Programme Communiste”, Zecchini vi aderisce. Il gruppo si scioglie nel 1951 e la maggior parte dei suoi militanti confluisce nel gruppo “Socialisme ou Barbarie”. Dopo la scissione del 1952 Zecchini aderisce alla tendenza Maffi-Bordiga e poi nel Partito Comunista Internazionalista. Molto attivo dirige la sezione parigina del Partito dal 1966 fino alla morte a Parigi il 15 ottobre 1967.
Annotazioni: Scheda basata sulle informazioni di Philippe Bourrinet nel volume Biografias del 36 (Vedi bibliografia)
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