Morini Giuseppe nato a Pellegrino Parmense il 13 aprile 1904 in una famiglia di socialisti. Muratore, Comunista internazionalista. Suo padre era membro della cooperativa di consumo di Varone. Che venne distrutta dai fascisti nel 1922. Aderente alla Gioventù Socialista, si iscrive al Partito Comunista d’Italia dalla sua fondazione nel 1921. Milita negli Arditi del Popolo nel tentativo di arginare le violenze squadriste. Perseguitato dai fascisti dopo due tentativi falliti di espatrio, passa in Francia il 9 maggio 1923, con i compagni Gualtiero Negri, Luigi Forni e Alfredo Gerbella. Aderisce nel 1924 al Partito Comunista francese e nel 1926 prende la tessera sindacale della CGTU. Nel 1928 respinge gli inviti a trasferirsi a Mosca e non rinnova la tessera del PCF. In contatto con gli oppositori di sinistra non aderisce ai gruppi bordighisti, né a quelli trotskisti. Spostatosi in Lussemburgo è accusato di avere devastato con altri fuoriusciti il caffè di un fascista a Dudelange. Trovato in possesso di armi e munizioni, viene arrestato con Annibale Cairo ed espulso nell’ottobre 1928 e passa quindi in Belgio, dove svolge per alcuni anni un’intensa attività comunista sotto il falso nome di “Bompari”. Iscritto nel Bollettino delle Ricerche e nella Rubrica di Frontiera dal 1932, vive semiclandestinamente in Belgio ed in Francia. Allo scoppio della guerra civile si porta in Spagna a Barcellona nell’agosto 1936. Il 29 agosto si arruola con il gruppo internazionale della Colonna Lenin organizzata dal POUM (Partido Obrero de Unificaciòn Marxista), piccolo partito comunista antistalinista, combatteno in Aragone nel setteore di Huesca. Successivamente allo scioglimento della colonna Lenin, passa alla Colonna Ascaso. Contrario alla militarizzazione delle milizie lascia allora il fronte e rientra a Parigi alla fine del 1936. Dopo l’occupazione della Francia da parte dei tedeschi entra nella resistenza francese e partecipa alla Liberazione di Parigi. Nessuna ulteriore notizia.