Cantini Egisto di Attilio e Sarnelli Fortunata, nato il 10 agosto 1900 a Livorno. Manovale e cameriere, anarchico. E' chiamato alle armi il 3 marzo 1918 nelle file del 41° reggimento di fanteria, partecipando alle ultime fasi della guerra. Rientrato a Livorno viene richiamato alle armi e assegnato a La Spezia fino al 1921. In quel periodo partecipa ai moti rivoluzionari del biennio rosso. Tornato a Livorno, minacciato e bastonato dai fascisti, nel 1923 emigra clandestinamente in Francia stabilendosi a Marsiglia, dove partecipa alla campagna in difesa di Sacco e Vanzetti. In contatto epistolare nel marzo 1927 con l’anarchico livornese Lanciotto Corsi, in maggio partecipa alla festa per i figli dei carcerati politici a Bar Coulomb. Nello stesso anno è iscritto in Rubrica di frontiera come anarchico “da perquisire, vigilare e segnalare”. Cantini lavora a La-Seyne-sur- Mer per la cooperativa Monsocchio diretta dall’anarchico Sandoini, Si sposta in Spagna dopo la proclamazione della Repubblica nel 1931, trovandosi presto in difficoltà, tanto che al principio del 1932 viene munito di un foglio di via per il rimpatrio dal console italiano di Málaga. Imbarcatosi sul piroscafo “Tre Marie”, diretto in Italia, scende invece ad Alicante e ritorna a Marsiglia con altra nave. Torna in Spagna nel novembre 1936 per arruolarsi nella Sezione Italiana aggregata alla Colonna Ascaso della CNT con cui combatte ad Almudevar e Carrascal de Huesca al comando di Tommaso Serra e Antonio Cieri. Iscritto nel Bollettino delle ricerche per l'arresto. Dopo i disordini di Barcellona che dal 3 al 7 maggio contrappongono il governo autonomo catalano (Generalitat) agli anarchici spalleggiati dal POUM (Partido Obrero de Unificaciòn Marxista), piccolo partito comunista antistalinista e vedono la vittoria del governo, rientra in licenza a Marsiglia dopo sei mesi di trincea per vedere la vecchia madre. Ai primi di giugno, va ad ascoltare il comizio del deputato comunista Jean Cristofol che esalta il ruolo delle Brigate Internazionali e dei comunisti in Spagna. Cantini interviene condannando apertamente l’operato del Fronte popolare spagnolo e dei comunisti, suscitando le vibrate proteste dei comunisti presenti che lo aggrediscono a seggiolate. Il 7 giugno viene affrontato in strada da un gruppo di comunisti e colpito da due proiettili al petto e al braccio destro. Malgrado la gravissima ferita al torace, riesce a risalire la rue Sainte-Victorine, lasciando sul terreno una lunga scia di sangue e portandosi fino alla casa di un suo cugino, dove spira poco dopo. Questa versione dei fatti verrà messa in discussione dai suoi avversari politici che sosterranno l’ipotesi che Cantini si sia suicidato (evento escluso dall’autopsia) o sia stato ucciso per errore da uno dei suoi amici che sparava sui militanti antifascisti.
Annotazioni: Scheda biografica integrata con informazioni del Dizionario Biografico on line degli Anarchici Italiani https://www.bfscollezionidigitali.org/collezioni/6-dizionario-biografico-online-degli-anarchici-italiani
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