Scarsi Attilio di Giobatta e Ferrari Luigia, nato a Rocca Grimalda (Alessandria) il 15 giugno del 1896, anarchico. Di professione falegname e provetto ebanista, è poi manovale nell’emigrazione. Prima dello scoppio della 1. Guerra mondiale è noto alle forze dell’ordine per essere uno dei militanti anarchici di Mornese (Alessandria), dove vive con il fratello minore Fioravante. Non abbiamo notizie sulla sua situazione militare: è possibile che abbia combattuto nella Grande Guer-ra. Il suo primo espatrio in Francia, probabilmente legale, risale al 1919, forse poco dopo avere otte- nuto il congedo dal Regio Esercito. Rientrato in Italia, nel 1921 partecipa al movimento della occupazione delle fabbriche. Espatriato in Francia (modalità non conosciute) verso la fine dell’anno successivo, poco dopo l’avvento del fascismo, vive e lavora a Lione (Rhône). Tenuto d’occhio dalla polizia francese, nel 1928 è segnalato perché è solito frequentare l’anarchico bolognese Marcello Bianconi ed il comunista dissidente Alfredo Bonsignori (un falegname cecinese detto “Gracco”, noto anche come anarco-comunista). Nel corso del 1929 la sua casa è oggetto di una perquisizione da parte della polizia francese. Un anno dopo, nel 1930, fa parte del gruppo anarchico italiano sorto a Lione e l’anno successivo figura fra i responsabili del Circolo anarchico Sacco e Vanzetti di Lione. In Italia viene iscritto in Rubrica di frontiera per l’arresto. Considerato anarchico pericoloso, sempre nel 1931 vien fermato dalla polizia e processato. Condannato a lieve pena detentiva, è però sottoposto a decreto di espulsione per la sua attività politica, ma riesce a rimanere clandestinamente in Francia dove, con Gusmano Mariani, dirige il periodico anarchico Insorgiamo (stampato a Lione, riusciranno a uscirne 4 numeri tra l’1 settembre del 1931 e il 15 luglio dell’anno successivo). Dal 1932 viene iscritto anche nel Bollettino delle ricerche-Supplemento sovversivi (schedina n.00126/39). Arrestato nel corso del 1933 col fratello Fioravante, anche per lui infrazione al decreto d’espulsione, dopo pochi giorni viene rimesso in libertà; rimane in zona, trovando lavoro come decoratore ed imbianchino nella piccola impresa del compagno Tagliaferri. Nel 1935 é a Villeurbanne (Rhône) ma è politicamente attivo nei Dipartimenti di Rhône, della Loire e dell’Isère. Partito volontario con Serni, Mazneuf, Mariani e Bonsignori per la Spagna repubblicana, poco dopo la sollevazione franchista, nell’estate si arruola come miliziano nel Gruppo Italiano (impropriamen- te definito colonna Rosselli), inglobato in una grande unità anarco-sindacalista come la Colonna Ascaso (costituita a Barcellona per iniziativa della CNT – FAI (Confederación Nacional del Trabajo – Federación Anarquista Iberica). Combatte a Monte Pelato, ad Almudévar e più tardi, nella primavera-estate del 1937 al Carrascal di Huesca, sull’omonimo fronte in Aragona. Nel maggio del 1937 si susseguono i tragici fatti di Barcelona, quando gli anarchici e i militanti del POUM (comunisti di tendenza trotskysta) si oppongono armi in pugno al decreto di militarizzazione delle milizie imposta dal governo repubblicano. Agli scontri sanguinosi si susseguono una dura repressione governativa ed il rapimento e l’uccisione di alcuni dirigenti e militanti anarchici (tra cui gli italiani Camillo Berneri e Francesco Barbieri) e del POUM (Partido Obrero de Unificación Marxista) il tutto in un crescendo di provocazioni e in un clima di gravi responsabilità bilaterali. Scarsi lascia allora la Spagna, al pari di molti altri volontari anarchici, per far ritorno a Lione. Il 2 lu glio la polizia francese l’arresta senza alcuna prova accusandolo di complicità in un progetto di attentato ad un imprenditore fascista. Rimesso presto in libertà, nel 1938 è uno dei responsabili del gruppo anarchico di Lione ma sapendosi ricercato è costretto a fare vita più appartata e ridurre l’impegno politico. Nel corso del 1944, poco prima della Liberazione della Francia, è ancora segnalato a Villeurbanne. Dopo la fine della 2. Guerra mondiale Attilio Scarsi torna in Italia con la sua compagna Pina. I due si stabiliscono a Pinerolo, dove Attilio muore improvvisamente il 17 settembre del 1961. Il suo necrologio appare sulle pagine de Il Seme Anarchico, anno XII, n. 10, ottobre 1961 e di alcuni altri periodici libertari.
Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata ad aprile 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio privato Tobia Imperato – Torino. Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, busta 4677, fascicolo 010779), DBAI (Dizionario biografico degli anarchici italiani); Sans patrie ni frontière. Dictionnaire biographique des militants anarchistes – Marseille.
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