Sandri Giovanni Battista di Carlo e Cartello Lucia, nato a San Damiano d’Asti (Asti) il 28 marzo del 1900, in Borgata Gorzano, antifascista. Di professione contadino. Espatriato legalmente in Francia alla ricerca di lavoro nel corso degli anni ’20 del 1900, si trasferisce in Spagna nel 1930, quando anche i paesi più sviluppati d’Europa iniziano ad avvertire le conseguenze della grave crisi economica mondiale (la Grande depressione). Al pari di molti altri emigranti provenienti da diversi paesi, va alla ricerca di lavoro in una economia debole e lo trova a Barcellona (Catalogna), in una delle aree industriali più sviluppate di Spagna. E’ in possesso di un passaporto valido, rilasciato nel 1934 dal Regio Consolato d’Italia a Barcellona. In un elenco stilato da informatori al servizio del suddetto Regio Consolato, conservato all’Archivio milanese dell’Istituto Ferruccio Parri, dei connazionali da rimpatriare, accanto al suo nome di dice che “è lecito supporre che (Sandri) abbia partecipato alla guerra civile spagnola nelle file dell’Armata rossa”. Questo é il solo indizio (di parte fascista) sulla la partecipazione di Sandri alla guerra civile spagnola: non ci da alcuna certezza, ma lascia intendere una sua possibile partecipazione alla guerra in una unità non nota dell’Esercito repubblicano. Di certo, prima di lasciare la Spagna al tempo della retirada tra fine gennaio inizio febbraio del ’39 (forse un altro possibile indizio), il 3 gennaio Sandri sposa a Barcellona la cittadina spagnola, Concepción Perez, nata a Viniez (il nome di questa località è probabilmente errato o inesistente, frutto d’una trascrizione manuale poco intellegibile) l’8 dicembre del 1904. Una volta riparato in Francia viene rinchiuso alcuni Campi d’internamento (l’ultimo potrebbe essere quello del Vernet d’Ariège); vi rimarrà quale straniero indesiderabile anche dopo l’inizio della 2ª Guerra mondiale e l’aggressione italiana alla Francia del giugno 1940. Poco più di un anno dopo, il 3 settembre 1941, viene di fatto consegnato alla Commissione italiana di Armistizio, la cui principale attività sembra esser quella di convincere i connazionali internati (e ormai privati della cittadinanza francese) a rimpatriare. È quello che avviene contro la sua volontà il 3 settembre del 1941: nonostante avesse ripetutamente richiesto di poter raggiungere la moglie, nel frattempo sistematasi a Uzerche (Corrèze), vien caricato su un treno e riportato in Italia. È un ritorno senza troppe complicazioni: rimesso in libertà, può tornare a San Damiano d’Asti dove per tutta la durata della guerra vive e lavora con i genitori in Frazione Casabianca. Poco dopo la Liberazione e la fine della 2. Guerra mondiale può finalmente ricongiungersi in Italia con la moglie. Emigra ad Asti con tutti i familiari il 16 agosto del 1949, dove muore il 16 gennaio 1975, senza lasciare discendenti.
Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata ad aprile 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano, Fondo Aicvas (Busta 4, fascicolo 16), Archivio del Comune di San Damiano d’Asti, Archivio dello Stato Civile – Comune di Asti
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