Amprimo Luigi Giuseppe Antonio di Francesco e Vighetto Rosa, nato a Bussoleno (Torino) il 21 giugno del 1911. Operaio metallurgico comunista. Di famiglia operaia frequenta le scuole elementari e compie il servizio militare in Fanteria. Il 31 dicembre del 1923, all’età di 12 anni e mezzo, espatria legalmente con la famiglia prima in Svizzera a Basilea, dove lavora come operaio metallurgico e poi in Francia che si stabilisce a St-Fons (Rhône) in Avenue Aristide Briand. Lì frequenta una scuola professionale, poi un Istituto Tecnico che termina conseguendo il diploma verso la fine degli anni ’20. Più o meno nello stesso periodo, in virtù di una legge del 22 luglio 1927 volta all’integrazione dei lavoratori stranieri, la famiglia Amprimo ottiene per tutti i suoi componenti la naturalizzazione e di conseguenza, la cittadinanza francese. Terminati gli studi trova occupazione in una fabbrica metalmeccanica; si iscrive nel 1929 alla CGT (Confédération générale du travail) e alle JCF (Jeunesses Communistes Françaises), di cui non tarda a divenire il responsabile locale. Nel corso del 1936, aderisce al Partito comunista francese. Allo scoppio della guerra civile spagnola partecipa a riunioni di solidarietà con la Repubblica e raccolte fondi per la Spagna. Il 31 marzo del 1937 parte dalla Gare de Lyon-Perrache per andare a combattere nella Spagna repubblicana, con un convoglio di volontari destinati alla XIV Brigata Internazionale “La Marseillaise” e cambiando treno a Tarascon, arrivano a Tolosa il giorno successivo. Poi attraversa pericolosamente i Pirenei a piedi, per evitare la polizia di frontiera francese e così racconta l’esperienza nelle sue memorie: “Verso le 23:30, un autobus si fermò vicino a noi e partimmo in direzione del confine. Ci fermammo su una strada e ci arrampicammo attraverso il bosco per salire più in alto. Attraversammo boschi, prati, rocce, ecc... e in lontananza vedevamo la città di Foix illuminata. Attraversare le rocce fu per me un po' drammatico, ma me la cavai abbastanza bene. Ricordo un giovane canadese di 19 anni, membro dei Giovani Comunisti, che aveva paura. Lo aiutai e, per incoraggiarlo, gli dissi: «Un comunista non deve mai avere paura, deve passare ovunque». Arrivammo poi a una montagna ripida, tutta innevata, che dovevamo attraversare. Una guida catalana era davanti a noi e faceva da apripista. I volontari più audaci, gli italiani, lo seguivano da vicino. Ho camminato sulle loro tracce e non ho mai avuto paura. Arrivammo poi sulla cresta a 2.200 metri, sul dorso del confine. Di fronte c'era il confine con la Spagna, e tra la Francia e la Spagna c'era una pianura, la terra di nessuno. Bisognava quindi scendere, e da parte mia, dato che avevo scarpe basse da città con i piedi bagnati, misi il mio impermeabile sotto il sedere e con il mio bastone mi lasciai scivolare, raggiungendo il lato spagnolo. Un'altra guida ci aspettava e partì subito per il primo villaggio catalano per prepararci da mangiare. La discesa dal lato spagnolo è stata dura, c'era neve che il sole stava sciogliendo e affondavamo fino a metà corpo.” Dopo un periodo di addestramento nel Batallón de instrucción de Madrigueras (Murcia), nelle campagne circostanti Albacete, si arruola nella 14. Brigata ed è aggregato alla 1ª Compagnia del 20. Battaglione della 86. Brigata Mista comandata da un ufficiale italiano, il maggiore Riccardo Formica (alias Aldo Morandi), che opera su uno dei fronti meridionali, a cavallo tra Andalucia ed Extremadura. Soldato semplice di 2. classe, viene trasferito al 342. Battaglione dell’Esercito repubblicano. Promosso sergente, è considerato dai comandi un compagno serio e lavoratore con poca esperienza al fronte, ma capace di comandare una sezione. Questa lusinghiera segnalazione proviene dal capo della Sezione franco-italiana alla Scuola Allievi Ufficiali di Pozorrubio, dove Amprimo frequenta un corso nel 1937 e da cui esce con il grado di tenente comandante di compagnia e assume il comando della 4. Compagnia e poi della 1. Del secondo battaglione della 86. Brigata Mista. Il 20 ottobre 1937 viene citato all’ordine del giorno della XIV Brigata Internazionale La Marseillaise, ma non sappiamo se abbia combattuto nella battaglia di Teruel (Aragon) tra dicembre del 1937 e gennaio dell’anno successivo, né se sia poi stato impegnato ancora in Aragona (settore di Caspe) nella primavera del 1938. Per alleviare la pressione di franchisti sull’Ebro partecipa alla battaglia di Montoro sul fronte dell’Andalucia. Dopo la decisione del governo repubblicano del ritiro dei volontari internazionali dai fronti a fine ottobre 1938, viene smobilitato nel campo di Puebla Larga (Valencia). Nel gennaio 1939, con l’aiuto di Giuliano Pajetta, inviato da Luigi Longo a recuperare i volontari italiani ancora nei fronti del Centro e del Levante, viene imbarcato a Valencia e così Amprimo racconta nelle sue memorie: “Nel gennaio 1939 ricevemmo l'ordine di partire in treno per imbarcarci a Valencia passando per Barcellona. Lo facemmo la sera stessa. Eravamo più di 300 volontari sulla nave e fummo sistemati nelle stive. La nostra nave era scortata dalla Marina militare repubblicana perché dovevamo passare tra Maiorca e Minorca, isole occupate dai fascisti la cui Marina pattugliava quelle acque. Sono riuscito a salire sul ponte solo una volta, il resto del tempo era sorvegliato dai marinai, armati. Sbarcammo a Barcellona verso mattina per salire su dei camion che ci portarono a Montjuic, un convento in disuso. Quando arrivai a casa, fu una grande gioia rivedere parte della mia famiglia, e soprattutto mia madre. Mi gettai tra le sue braccia e piangemmo entrambi. Non riuscii a trovare lavoro per un po' di tempo.” Manchiamo di informazioni precise sugli anni della II Guerra mondiale, della occupazione nazista e della Resistenza ma abbiamo ragioni per supporre che Amprimo abbia fatto la sua parte riportando anche una grave invalidità, poiché una carta conservata negli Archives dell’Acer – Aver ci informa che Louis Amprimo è stato pensionato con una invalidità del cento per cento per una lesione ricevuta durante la Seconda Guerra mondiale. Nel dopoguerra trasferisce la sua residenza nell’Isère, nei dintorni di Grenoble, dove vive per più di 40 anni. Muore a St.Martin d’Hères (Isère) il 30 luglio del 1989.
Annotazioni: Scheda basata sulla biografia inedita di Gianpaolo Giordana aggiornata a febbraio 2107 realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archives Acer-Aver – Paris, Archives BDIC-Nanterre (MF 80/…, Brigades Internationales, Fonds 545, inventaires 6/1045), Archivio del Comune di Bussoleno – Servizi Demografici, Archivi CRCEDHC (ex Archivi Marx – Lenin, Mosca), ed integrata con i Ricordi di Spagna raccolti dal figlio e conservati negli Archivi Aver-Acer.
Commenti