Durante la prima guerra mondiale Noemi si trasferisce dal Friuli a Torino per lavoro. Nel capoluogo piemontese conosce Ciriaco Soravia che sposa alla fine del conflitto. Agli inizi del 1920 entra a lavorare alla ditta Aurora, fabbrica per la produzione di penne stilografiche, e vi rimane per un decennio. Nel 1930 Ciriaco è costretto ad abbandonare il suo lavoro di tipografo ed a espatriare per motivi politici prima in Francia, dove è raggiunto da Noemi, e poi in Algeria. In quest'ultimo paese Ciriaco trova lavoro, il che permette ai coniugi Soravia di stabilirsi a Bona. In questa località  sono in seguito raggiunti da Gildo e Giovanni Missio, fratelli di Noemi.
Giovanni Missio è uno dei primissimi italiani antifascisti a raggiungere la Spagna dopo la rivolta militare di luglio. Il 15 agosto 1936 scrive alla sorella Noemi, sollecitandola a raggiungerlo per combattere insieme il fascismo. Ciriaco accoglie la sollecitazione e già  nel febbraio del 1937 è in Spagna, mentre Noemi giunge qualche mese dopo, nel maggio-giugno del 1937. Qui è destinata alla Hispano-Olivetti, fabbrica di Barcellona che produce armi, in particolare mitragliatrici. Lavora come meccanica qualificata all'industria di guerra dal 12 giugno 1937 al 30 novembre 1938, nei mesi in cui la città  viene sottoposta a terribili bombardamenti dall'aviazione inviata da Mussolini. Noemi viene sempre apprezzata per le capacità  tecniche e per la dedizione al lavoro di responsabilità  che le era stato assegnato. Il 20 ottobre 1938 Noemi, in stato interessante, chiede ed ottiene un passaporto provvisorio valido solo per la Francia e il Messico. Ai primi di dicembre del 1938 parte in treno da Barcellona diretta a Parigi, dove già  si trova Ciriaco. Nella capitale francese il 28 dicembre 1938 nasce Giorgio Iberico, loro unico figlio. La famiglia Soravia incorre però in un provvedimento di espulsione dalla Francia e deve riparare nuovamente in Algeria. Qui, dopo un breve periodo di internamento in un campo di concentramento, durante il quale il piccolo Iberico resta ferito nel corso di un bombardamento aereo, riescono a ritornare a Bona. In questa località  vivono fino al febbraio del 1948, poi rientrano in Italia, stabilendosi a Torino. Appena rientrata in Italia, Noemi chiede l'iscrizione al P.C.I., 18° Sezione di Torino, cui dà  un assiduo e prezioso contributo di militante fino alla morte, sopravvenuta in quella stessa città  il 24 marzo 1968.