La famiglia, di origine contadina, si trasferisce nel 1919 a Belgioioso. A causa delle sue idee antifasciste egli è costretto ad emigrare a metà  degli anni Venti (1924 o 1925) in Francia, dove per un breve periodo lavora in una miniera per l'estrazione del ferro nella zona di Meurthe-et-Moselle. In seguito si sposta in Belgio, si stabilisce prima nella zona di Charleroi, poi a Estiennes-au-Val e succesivamente ad Havrè (nella zona di Mons). Qui, tra 1926 e 1927 si unisce ad Elena Menoncello (Breda di Piave, 24 gennaio 1912); dalla loro unione nascono due figli: Jean Georges (nato a Monceau-sur-Sambre l'8 marzo 1928) e Roselle Irma (nata a Estiennes-au Val il 21 dicembre 1930). Nella zona di Mons lavorano come minatori altri antifascisti bresciani: tra questi Lorenzo Spinelli. Tra 1930 e 1931 Carrera gestisce con la moglie in rue Beaulieu 6 il Cafè des sport di Havrè - punto d'incontro e spesso residenza temporanea per esuli antifascisti italiani. Assume il nome di battaglia "Mario"; è in contatto, tra gli altri, con Silvio Fontana (Bruno) e Giovanni Brusadin (Giorgio). Carrera, come gli altri del suo gruppo, è sorvegliato dalla polizia fascista. In un rapporto del Ministero dell'Interno del 17 agosto 1935 si afferma che le informazioni sono emerse a seguito del bollettino interno del dicembre 1934 del Partito comunista belga. Nell'agosto 1936 il suo nome è iscritto in Rubrica di frontiera per l'arresto, motivo per cui Carrera ripara in Francia. Il 9 dicembre 1936 il Consolato di Charleroi informa Roma che - a differenza di Fontana e Brusadin, passati in Spagna - Carrera risiede ancora ad Havrè dove continua la sua attività  antifascista. Il 23 giugno 1938 Carrera è espulso dal Belgio con per la sua attività  antifascista. Ripara in Francia a Jeumont, sul confine franco-belga, ma è costretto a lasciare la famiglia ad Havrè. Secondo numerose fonti fasciste Carrera si reca in Spagna per arruolarsi nelle Brigate internazionali. Con la fine della guerra di Spagna si perdono le sue notizie. Secondo la testimonianza della figlia Roselle Antonio avrebbe partecipato alla seconda guerra mondiale nelle fila dell'esercito o della Resistenza francese e sarebbe caduto in combattimento in data e luogo imprecisati (ma presumibilmente nel 1940 a Vaudesson). A conferma di queste testimonianze è presente una tomba nel cimitero militare di Le Priez (sul confine belga), su cui è scritto “Carrera Antoine - Mort pour la France”.

Annotazioni: Scheda redatta sulla base della biografia di Andrea Andrico in Insmli, fondo cantaluppi fasc. 7 e da informazioni tratte da F. Spinelli, Eroi senza monumento. Lorenzo Francesco Spinelli, Rudiano, GAM, 2017, pp. 76-77.