Zucchella Beniamino di Francesco e Mietta Angela, nato il 30 gennaio 1903, a Cervesina (Pavia). Sarto, comunista. Milita nella gioventù socialista con la frazione terzainternazionalista e dal 1924 aderirsce al Partito Comunista d’Italia. Trasferitosi per lavoro a Milano nel 1928, è attivo nelle organizzazioni clandestine. Nel 1929, ormai segnalato alle autorità, espatria clandestinamente in Jugoslavia, passando poi in Austria e poi in Svizzera a Zurigo, dove viene arrestato perché privo di documenti. Espulso in Francia, lavora al Centro Estero del PCd’I ed in una sartoria. Dopo gli scontri di strada del 1934 a Parigi, viene arrestato ed espulso ma continua a risiedervi clandestinamente col nome di Beniamino Mietta. (assumerà anche i nomi di Emilio Storcelli e Arthur Crolez) In una scheda segnaletica della Questura di Pavia datata 1932 viene definito “Anarchico comunista da fermare”. Il 7 novembre 1936 raggiunge la Spagna e si arruola nel battaglione Garibaldi. Combatte a Villanueva del Pardillo, Boadilla e viene ferito il 31 gennaio 1937 a Mirabueno alla gamba sinistra e ricoverato a lungo nell'ospedale di Murcia. Guarito rientra nella Brigata Garibaldi. Nel numero 14 del 30 settembre 1937 del “Il Garibaldino”, Giornale della Brigata Garibaldi, viene pubblicato un suo ritratto umoristico firmato dal Giacomo Calandrone, con il suo soprannome di Canapino: “ E' uno dei più taciturni; parla poco, pacatamente, ad intervalli. Sarto di professione. Fu lui che cucì il primo rettangolo rosso, la prima bandiera del contingente picelliano. Salito al fronte il 16 dicembre, ai primi di gennaio era già fuori combattimento. Una nostra compagnia, la 4, prestava man forte al Battaglione polacco, nella conquista di Almandrones. Nell’azione vi fu un solo ferito italiano, Zucchella. Due minuti dopo, il paese era nostro. La ferita era tutt’altro che leggera: aveva leso i nervi delle articolazioni e spezzato le ossa di una gamba. Si dubitava che non potesse più ritornare al fronte. Invece, lemme lemme ci raggiunse in quel di Huesca...”. Nel 1938 è nella compagnia di Stato Maggiore della brigata Garibaldi, come sergente addetto al deposito della compagnia. Nel gennaio 1939 è al centro di smobilitazione di Torellò ed il mese successivo è in Francia internato nel campo di Argelès-sur-Mer. Nel marzo 1939 riesce a fuggire ed a raggiungere Parigi, da dove parte per una missione a Tunisi. e poi per un'altra missione in Corsica. Partigiano nella resistenza francese, nell’ottobre 1941 riceve ordine dal Partito comunista di rientrare in Italia ed è arrestato alla frontiera di Bardonecchia e successivamente deferito alla Commissione Provinciale che lo assegna al confino a Ventotene per cinque anni. Liberato il 13 agosto 1943 rientra a Pavia dove è tra i primi organizzatori della Resistenza armata nell'Oltrepò pavese, come responsabile della federazione clandestina comunista pavese e membro del CLN di Pavia con il nome di “Carlo”. Dopo la Liberazione continua la sua opera di dirigente politico come primo segretario della federazione di Pavia fino al 1947, poi di quella di Monza, quindi come segretario cittadino di Sesto San Giovanni. Membro della commissione centrale di controllo del PCI e consigliere comunale a Pavia, torna a dirigere quella federazione nel 1954, quando una grave malattia lo costringe a ridurre drasticamente l'attività e a passare periodi sempre più lunghi a Fasano del Garda (Brescia), dove muore il 20 febbraio 1961. Il 7 novembre del 1976 il Consiglio Regionale Lombardo insignisce Beniamino Zucchella di Medaglia d’Oro alla memoria, attribuita in occasione del quarantesimo anniversario della Guerra Civile Spagnola.