Zorzetto Antonio di Domenico, nato il 14 ottobre 1899 a Sacile (Pordenone). Operaio edile, comunista. Inizia giovanissimo a lavorare come operaio edile. Nel '23 emigra in Lussemburgo dove si iscrive al Partito Comunista lussemburghese (PCL) nel '27 e svolge attività anche in collaborazione col Soccorso Rosso. Espulso dal Lussemburgo si porta in Belgio, a Seraing, dove prosegue l’attività politica. Fra il 1930 e il 1932 è arrestato ed espulso più volte, fermandosi però in Belgio clandestinamente, svolgendo compiti importanti nella Federazione Comunista. Nel 1931 è inserito nel Bollettino delle Ricerche e nella Rubrica di Frontiera. Nel 1932, infine, il partito lo sposta a Parigi. Qui svolge una grande attività con i Gruppi di Lingua Italiana del PCF, divenendo segretario di questi gruppi per la zona ovest di Parigi. Collabora al settimanale comunista «Bandiera Rossa», diffuso fra l'emigrazione italiana. Allo scoppio della guerra civile spagnola, lavora inizialmente a Bezièrs (Hèrault) nell'organizzazione dell'invio di volontari verso la Repubblica, Il 4 settembre del 1937 si arruola egli stesso, ed è assegnato alla Brigata Garibaldi, 4. Battaglione. Nominato commissario del 4. Battaglione da novembre a dicembre 1937. Il 20 agosto 1938 è nominato Commissario del 1. Battaglione, incarico che manterrà sino al 6 settembre, poi opera nel settore Servizi ed intendenza. Segue la Brigata sul fronte di Fuentes del Ebro (Saragozza) in ottobre 1937, in Estremadura (gennaio 1938) in febbraio 1938 e a Caspe in marzo 1938, dove la Brigata Garibaldi è chiamata a contrastare una violenta offensiva franchista che porterà i repubblicani a ritirarsi sulla sponda sinistra dell’Ebro e i nazionalisti a raggiungere il 15 aprile 1938 il Mar Mediterraneo a Vinaroz, dividendo in due il territorio repubblicano. Nel settembre 1938 prende parte all'ultima offensiva repubblicana dell'Ebro (luglio-novembre 1938), restando ferito nella giornata dell'8 settembre durante i combattimenti attorno alla quota 463, sulla Sierra de Caballs, ed il comando lo cita nell’ordine del giorno. Il 24 settembre 1938 il governo repubblicano decide il ritiro dal fronte di tutti i volontari internazionali. Guarito, Zorzetto è avviato al campo di smobilitazione di Torellò. Lì si adopera affinchè i garibaldini smobilitati siano costantemente impegnati in aiuto della popolazione. Nel primo ed unico numero del 28 dicembre 1938 del giornale “Unità Garibaldina”, Zorzetto illustra nell’articolo intitolato “I garibaldini al lavoro”, illustra le attività svolte dai garibaldini smobilitati per sostenere l’unità di tutte le componenti politiche e sociali della città, indicando che i volontari desiderano condividere i sacrifici che il popolo fa per vincere la guerra. Veniamo così a sapere che due garibaldini hanno prestato servizio come autisti nella Centrale dei Trasporti della CNT. Inoltre per conto del Comune sono stati eseguiti lavori di taglio del legname nei boschi circostanti. E’ stato eseguito dai volontari l’allargamento e la manutenzione di oltre un chilometro e mezzo di sede stradale. Nel rifugio antiaereo della fabbrica “Vidal” sono state scavate due entrate ed altrettante gallerie a dieci metri di profondità. Infine alla fabbrica tessile “Colet Imbert” sono state riparate un centinaio di finestre ed eseguita la manutenzione del reparto meccanico. L'8 febbraio 1939 Zorzetto rientra in Francia clandestinamente, assieme ad un piccolo gruppo di volontari. Raggiunta nuovamente Parigi, riprende contatto con le organizzazioni comuniste e torna a lavorare nella segreteria della Federazione ovest con il compito della direzione organizzativa della scuola di partito, che allora formava i quadri. La guerra mondiale che scoppia nel 1939 sorprende il PCI in piena crisi di riorganizzazione, mentre si aggrava la repressione poliziesca. La direzione del partito dà ordine a tutti i compagni attivi di trasferirsi nella zona libera dall’occupazione nazista e viene costituito il “Centro” di Marsiglia, diretto da Giorgio Amendola. Alla fine dell’anno Zorzetto è arrestato e dopo aver passato vari mesi di galera a Parigi e nel campo di concentramento di S. Cyprien, giunge a Marsiglia (Bouches-du-Rhone) e riceve da Amendola l’incarico di andare a Grenoble (Isère) per costituire i primi gruppi di partigiani italiani. Essi entreranno poi a far parte dell’organizzazione dei Franc-Tireurs-et Partisans francesi. Capo militare delle formazioni italiane nel sud della Francia, opera soprattutto a Grenoble, Nizza, Marsiglia. Partecipa ad azioni importanti, in cui cadono molti compagni, tra cui il compagno Spartaco Fontanot di Monfalcone. Durante un rastrellamento tedesco Zorzetto viene arrestato e caricato su un treno che doveva portarlo in Germania, ma il convoglio è fermato a Digione dalle truppe americane appena sbarcate in Normandia. Assieme agli altri deportati è rinchiuso in una caserma, ma riesce a fuggire e torna a Lione, dove viene nominato membro della Commissione militare italiana. Nel maggio '45 rientra in Italia, dapprima a Milano dove fonda l’organizzazione “Centro raccolta esuli politici” poi nuovamente a Sacile. A Sacile dirige la sezione del Pci e riveste incarichi amministrativi in Comune, dal 1946 al 1950 è assessore ai lavori pubblici. Per anni è un autorevole dirigente della federazione di Pordenone, poi l’età avanzata e una grave malattia, per cui resta sei mesi ricoverato, lo costringono dal 1960 a limitare la sua attività alla sezione di Sacile. L’ultima sua apparizione pubblica di rilievo avviene il 20 gennaio del 1976, quando è chiamato alla presidenza durante un’affollata manifestazione per la libertà della Spagna nell’aula magna del Centro studi di Pordenone, a fianco del compagno Vidali “Carlos”. Muore a Sacile il 20 novembre 1978.