Zocchi Lino di Giuseppe e Kozman Maria, nato il 18 febbraio 1910 a Trieste. Panettiere, comunista. A sedici anni entra a far parte della Gioventù Comunista triestina, ma già due anni prima aveva dovuto subire le aggressioni dei picchiatori fascisti. Nel 1929 espatria clandestinamente per sfuggire all’arresto e per indicazione del suo partito si reca in Francia, Belgio (dove è ferito dai fascisti) e Lussemburgo. E’ tra i primissimi volontari ad accorrere in Spagna, ed è assegnato alla Centuria “Gastone Sozzi”, aggregata alla Colonna Libertad, organizzata dal PSUC (Partito Socialista unificato della Catalogna). Combatte quale comandante di un plotone mitraglieri a Pelahustàn, Cenicientos e Chapinerìa, restando gravemente ferito all'emitorace sinistro. Fatto rientrare in Francia per ricevere ulteriori cure. è in seguito trasferito in Unione Sovietica per la convalescenza e poi nuovamente in Francia nel 1939. Arrestato nel settembre 1939 ed internato a Gueret-Creuse, è poi tradotto in Italia nel 1941. Arrestato alla frontiera è deferito alla Commissione Provinciale e assegnato a cinque anni di confino per la partecipazione alla guerra civile spagnola e mandato a Ventotene. Liberato alla caduta del fascismo nell'agosto 1943, rientra a Trieste e dopo l’8 settembre, è tra i più attivi militanti della lotta armata in città. durante I' occupazione tedesca. Nel 1944 è inviato al Comando generale delle Brigate Garibaldi in Friuli dove col nome di battaglia di “Ninci”, diviene comandante della Brigata Garibaldi “Friuli”, di cui è commissario politico Mario Lazzero. che dirige dalle basi di montagna in Carnia e nella Pedemontana occidentale sino alla Liberazione. La "Friuli" diviene Divisione nell'estate del 1944 e sostiene duri combattimenti, specialmente contro i mongoli e i cosacchi aggregati all'esercito d'occupazione tedesco. Grazie alla dedizione e alla capacità organizzativa di "Ninci", le sue formazioni partigiane diventano Gruppo di divisioni nell'autunno del 1944, raggiungendo la forza di 18.000 combattenti, di cui oltre 900 donne. Dopo la Liberazione. il 26 aprile 1945 su designazione del CNL di Udine Zocchi è nominato questore del Friuli, ma poche settimane dopo è destituito da tale carica per decisione del governatore militare alleato che non poteva ammettere la presenza di un comunista in una posizione del genere. Premiato con la Medaglia d'Argento al valor militare, dopo la guerra è segretario della Federazione del PCI a Gorizia. Nel 1950 viene improvvisamente arrestato con altri ex-partigiani friulani, con l’accusa di essere stato uno dei mandanti politici dell’eccidio del Porzus e rimane in carcere per un anno e mezzo prima che venga riconosciuta la sua estraneità dalla magistratura. Successivamente è Segretario nazionale per oltre vent'anni dell'ANPPIA. Muore a Roma il 27 ottobre 1977.