Zanotto Riccardo di Celestino e Maffeo Maria, nato l'8 gennaio 1904 a Salussola (Biella), residente a Biella, operaio. Attivo militante della federazione comunista nel Biellese, divenuto funzionario comunista nelle Venezie, nel mese di dicembre del 1927 viene arrestato a Trieste. Denunciato al Tribunale speciale, il 6 febbraio 1929 è condannato a due anni e sei mesi di reclusione e a tre anni di vigilanza speciale. Avendo usufruito di condono viene dimesso dalle carceri di Ancona il 25 febbraio 1930. Verso la fine del mese di maggio espatria clandestinamente in Francia, raggiungendo successivamente l'Unione Sovietica, per frequentare la scuola leninista. Viene quindi iscritto nella Rubrica di frontiera per il fermo. Ritornato in Francia nel 1933, in seguito a dissidi, dopo qualche tempo esce dal partito senza però aderire all’Opposizione di Sinistra. Una segnalazione di fonte fiduciaria alle autorità italiane In seguito segnala che frequenta ambienti trozkisti. Nell'interrogatorio cui fu sottoposto il 4 luglio 1940 nella Questura di Vercelli sostiene che, dopo la sua rottura con il Partito Comunista d’Italia, si sarebbe trasferito dapprima a Bruxelles, successivamente a Berlino e nuovamente a Parigi, fino alla fine del 1933, epoca in cui si sarebbe trasferito in Spagna, occupandosi di commercio fino allo scoppio della guerra civile. In realtà, nell'estate del 1936 si reca in Spagna, dove è tra i promotori della Sezione italiana con Carlo Rosselli e Camillo Berneri, aggregata alla Colonna Ascaso della CNT/FAI. l'11 settembre 1936 parte da Barcellona per il fronte d'Aragona. In seguito avrebbe fatto parte di una formazione anarchica, raggiungendo il grado di maggiore. Combatte a Huesca e Teruel. Ritornato in Francia nel febbraio del 1939, è internato ad Argelès-sur-Mer, Saint Cyprien, Gurs e Vernet d'Ariège. Nel 1940 si arruola nelle compagnie di lavoro per stranieri (CTE), assegnati per lavori difensivi per l’esercito francese. Dopo la sconfitta della Francia, è rimpatriato dal Consolato di Bruxelles e il 23 giugno viene arrestato al valico del Brennero e fatto tradurre a Vercelli dove, il 9 agosto, è assegnato dalla Commissione Provinciale a cinque anni di confino. Inviato a Ventotene (Latina), nell'aprile del 1942 viene ricoverato, per malattia polmonare dapprima in un ospedale napoletano e successivamente a Novara. Tradotto nuovamente a Ventotene (Latina), viene liberato dopo la caduta del fascismo, alla fine del mese di agosto del 1943. Ritornato nel Biellese, nel 1944 viene prelevato in paese da partigiani, processato con l’accusa di spionaggio a favore dei nazifascisti e fucilato il 30 agosto 1944”. Nell'”allegato 48" dei documenti del processo Moranino, il nome di Zanotto appare in un elenco di persone eliminate nel Biellese e in Valsesia come spie o presunte tali. Ovviamente rispetto all’accusa di spionaggio nei suoi confronti non venne portata alcuna prova. Anche il reggente del 1943 della federazione biellese del PCI Idelmo Mercadino escluse ogni ipotesi di sospetto su di lui.

Annotazioni: Biografia redatta dall’ Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nelle province di Biella e Vercelli sulla base delle seguenti fonti consultate: Acs, Cpc, fascicolo personale; Acs, Confinati politici, fascicolo personale; Isrsc Bi-Vc, b. 73, fasc. 9; Anello Poma, Antifascisti piemontesi e valdostani nella Guerra di Spagna. Torino, Centro Studi Piero Gobetti /AICVAS; testimonianza di Giuseppe Mosca in Autobiografia di una guerra civile. Citato anche in: La Resistenza nel Biellese; Alvaro Lopez Quaderno Aicvas n. 2. ed integrata con le informazioni fornite gentilmente da Giovanni Artero.