Albertini Enrico, di Giuseppe e di Rosa Naula, nato il 18 settembre 1887 a Borgosesia (Vercelli). Meccanico, orefice, anarchico. Emigrato in Svizzera con la famiglia nel 1891, si lega agli ambienti libertari. In stretto contatto con i noti dirigenti Errico Malatesta e Luigi Bertoni, esplica un'intensa attività in Svizzera, Francia e Gran Bretagna. Nel luglio 1909 si trova in carcere in Spagna a Montjuich allo scoppio della Semana Tragìca, l’insurrezione della popolazione Barcellona contro l’invio di militari in Africa. Liberato si partecipa alla sommossa e viene arrestato e trattenuto in carcere per circa 6 mesi, quindi espulso nel 1910. Si stabilisce in Francia e Nell'ottobre del 1911 è sospettato di preparare, assieme ad altri, un attentato alla vita del re Vittorio Emanuele III e del presidente del Consiglio dei ministri, Giovanni Giolitti. viene arrestato come anarchico pericoloso nel febbraio 1912 ed espulso. Rientra in Svizzera per circa due mesi a Ginevra dove fa parte di un comitato contro la guerra italo-turca, che raccoglie fondi per sussidiare i disertori italiani rifugiati in territorio elvetico. Ricercato invano nell'agosto 1912 dalla polizia elvetica per la presenza dell'Imperatore tedesco, ma già nel mese di luglio è in Francia, poi arrestato nell'ottobre 1912 e condannato a 2 mesi di carcere per infrazione al decreto di espulsione Alla vigilia della I guerra mondiale, viaggia in diverse nazioni e viene arrestato ed espulso da Spagna, Francia e Svizzera. Nel settembre 1915 si stabilisce negli Stati Uniti a Patterson (New Jersey). Lavora come redattore del periodico "Era Nuova". Iscritto in Italia nel "Bollettino delle ricerche" e nella "Rubrica di frontiera". Stabilitosi a Chicago (Illinois), lavora come suggeritore in rappresentazioni teatrali messe in scena da gruppi anarchici per raccoglier fondo per i prigionieri politici. Dopo lo scoppio della guerra civile in Spagna, ai primi di febbraio del 1937, parte cinquantenne da New York per arruolarsi nelle brigate internazionali, munito di passaporto rilasciatogli dal consolato spagnolo. Giunto in Spagna a causa dell’età non viene inviato al fronte, ma impiegato in numerose attività. Inizialmente è assegnato al 1. Reggimento Treni, e successivamente impiegato come interprete per la vasta conoscenza linguistica. Posto a disposizione del Comando delle Brigate Internazionali, è inviato per sei mesi agli uffici delle Brigate ad Albacete dove lavora con Ralph Bates e successivamente a Edwin Rolfe alla redazione di “The Volunteer for Liberty”, organo delle Brigate Internazionali. Ad agosto è inviato a El Escorial per fare da interprete per la visita di Louis de Brouckere alla XIV Brigata Internazionale, assistendo il dirigente socialista nell’incontro con un giornalista del periodico “El Sol”. Dopo un periodo di inattività è impiegato come segretario in un ospedale di cura delle malattie veneree, e successivamente nell’ospedale inglese di Huete. Rientrato a Barcellona, il 24 aprile 1938 scrive una accorata lettera, lamentandosi dei ruoli minori in cui è stato impiegato nel 14 mesi dal suo arrivo in Spagna e chiedendo di poter rientrare negli Stati Uniti, dove ritiene di poter dare un contributo maggiore. Lascia la Spagna il 12 settembre 1938 diretto a New York, come clandestino sulla nave “Normandia”. Sbarcato a New York il 26 ottobre, è trattenuto dalle autorità di immigrazione perché sprovvisto di regolare passaporto. Il primo febbraio 1939, lascia New York sulla nave “Oriente”, probabilmente diretto a Cuba. Rientra negli Stati Uniti il primo aprile 1939. Non si hanno altre notizie.