Zagami Alfonso di Domenico e Pisano Maria Carmela, nato l’8 ottobre 1904 a Radicena, oggi Taurianova (Reggio Calabria). Contadino, imbianchino, comunista. Dopo aver lavorato nei campi al paese di nascita, emigra nel 1921 prima in Francia a Nizza (Alpi Marittime), forse clandestinamente, dove vive col fratello per cinque anni. Poi si trasferisce in Belgio e nel 1933 viene segnalato per la sua attività politica antifascista ad Anderlecht. Nel 1934 è a Charleroi, dove si occupa dell’organizzazione delle cellule comuniste insieme a Romano Bravin e della vendita e distribuzione clandestina della stampa sovversiva. Subisce un arresto nel giugno 1935 per diffusione di stampa comunista ed espulso in Lussemburgo, torna allora in Francia a Parigi. Nel settembre 1936 raggiunge la Spagna ed è arruolato nel battaglione Garibaldi, Commissario politico di sezione della 2. compagnia. Combatte nella difesa di Madrid a Cerro de los Angeles e Casa de Campo (novembre 1936), Pozuelo e Boadilla (dicembre 1936), Mirabueno e Majadahonda (gennaio 1936) dove viene ferito dallo scoppio di un obice il 14 gennaio 1937. Alla sua costituzione passa alla brigata Garibaldi, 1. Battaglione e combatte a Huesca (giugno 1937), Brunete (luglio 1937), Farlete (agosto 1937), Fuentes del Ebro Ottobre 1937), Extremadura (febbario 1937) ed Aragona a Caspe (marzo 1938), dove la Brigata Garibaldi è chiamata a contrastare una violenta offensiva franchista che porterà i repubblicani a ritirarsi sulla sponda sinistra dell’Ebro e i nazionalisti a raggiungere il 15 aprile 1938 il Mar Mediterraneo a Vinaroz, dividendo in due il territorio repubblicano. Prende parte all’ultima offensiva repubblicana sull’Ebro (luglio-novembre 1938). A seguito della decisione del governo repubblicano di ritirare i volontari internazionali, a settembre 1938, mentre ancora si combatte la battaglia dell’Ebro, è avviato ad un campo di smobilitazione in Catalogna. Esce dalla Spagna al crollo del fronte catalano il 7 febbraio 1939, ed è internato nei campi di St. Cyprien, Gurs e Vernet. A seguito dello scoppio della II guerra mondiale e la resa della Francia, Zagami nel 1941 è tradotto in Italia, arrestato al confine di Mentone. Incarcerato a Reggio Calabria e interrogato e l’8 ottobre 1941, ammette di essere andato in Spagna e di aver fatto parte della Brigata Garibaldi, senza però denunciare nessuno dei suoi compagni. Viene deferito alla Commissione Provinciale che il 29 novembre 1941 lo assegna al confino per 5 anni a Ventotene. Liberato alla caduta del fascismo il 27 luglio 1943. Nel dopoguerra si stabilisce a Roma. Risulta ancora vivente nel 1975