Strazzi Attilio (Mengo) di Pietro e Bencio Serafina, nato ad Albenga (Savona) il 28 agosto 1904, dedica tutta la sua esistenza all'ideale comunista. Giovanissimo, inizia il mestiere di commerciante. Non emigra all'estero come tanti altri, ma avvenuta la sollevazione franchista in Spagna, abbandona famiglia, amici, il suo lavoro redditizio e senza dare sue notizie, lascia Albenga nel marzo del 1937 per arruolarsi nelle Brigate Internazionali, per combattere contro l'esercito fascista del generale Franco. Della prima presenza dello Strazzi in Spagna, ci informa G. Calandrone nella sua opera, quando la 12. Brigata Internazionale si sposta da Cifuentes (a nord-est di Guadalajara), il 24 maggio 1937, per raggiungere su autocarri il paese di Caspe, in Aragona. Siamo nei giorni che si manifesta l'intervento tedesco e italiano in Spagna, in favore di Franco. All'alba del 31 maggio navi tedesche bombardano il porto di Almeria in Andalusia, base navale della Repubblica Spagnola. Il periodo estivo del 1937 si presenta alquanto movimentato per i volontari. La 12. Brigata Internazionale è sottoposta a numerosi combattimenti. Dal 12 al 20 giugno avviene l'offensiva repubblicana con l'obiettivo di tagliare al nemico la strada Huesca - Saragozza per cui occorre conquistare i paesi di Chimillas e Alerre. Ad essa partecipa lo Strazzi. Tra il 16 e il 28 giugno la 12. Brigata combatte nella zona di Brunete durante l'offensiva repubblicana sul fiume Guadarrama; anche a questa battaglia partecipa Strazzi con valore. Ma oramai si avvicina una nuova tempesta poiché i repubblicani preparano ancora un'altra grande offensiva in Aragona con lo scopo di occupare la piazzaforte militare fascista di Saragozza, lunga operazione che si svolge tra il 24 agosto e il 12 ottobre 1937 detta anche battaglia di Belchite. Dopo una iniziale vittoria dei repubblicani, i fascisti attaccano e riescono ad annullare i vantaggi ottenuti dai primi. All'inizio di settembre giungono giorni durissimi per i garibaldini, attacchi e contrattacchi si susseguono incessanti con gravi le perdite. Durante questi combattimenti Strazzi rimane ferito e deve per il momento abbandonare la lotta. Durante un periodo di calma, il primo di ottobre 1937 a Escatron si radunano alcuni garibaldini per formare il Comitato di redazione dei giornali " Il Garibaldino " e " Il Volontario della Libertà ", organi ufficiali della 12. Brigata Internazionale. Attilio Strazzi è tra i redattori. I giornali sui quali i garibaldini possono esprimere i loro pareri, entrano a far parte del patrimonio culturale dei volontari italiani nelle Brigate Internazionali. A causa delle ferite riportate nella battaglia di Belchite, dopo un certo periodo di stasi, Strazzi deve essere ricoverato in una clinica di Parigi dove rimane dal 15 ottobre 1937 al 15 gennaio 1938. Ancora convalescente, chiede insistentemente di essere rinviato al fronte dalla parte della Catalogna. Vi ritorna mentre i fascisti scatenano il 9 marzo 1938 la grande offensiva in Aragona. Sarà la sua fine. I fascisti oltrepassano il fiume Guadalupe, la situazione diventa critica perché risulta difficile arginare la marea nemica. Le perdite sono gravi. Il mattino del 27 marzo i fascisti sono già a sud della strada Caspe - Gandesa. Due Battaglioni della 12. Brigata sono impegnati nel combattimento. Le linee degli internazionali sono sconvolte dai bombardamenti nemici. L'unica cosa da fare è quella di compiere una ritirata senza la disgregazione delle formazioni di cui oramai ci sono i sintomi. I compagni del 1. Battaglione devono intanto ritirarsi velocemente per evitare l'accerchiamento. Anche gli altri tre Battaglioni sono minacciati di accerchiamento. Nella notte del 29 marzo si scavano nuovamente trincee mentre salta il ponte di Favara. Si pensa di ripiegare fino a Nonaspe (Aragona) dove attendere i fascisti. I garibaldini sono digiuni da due giorni, ma all'alba ancora ritirarsi oltre Batea, verso Gandesa, per tentare una ipotetica riorganizzazione. Ma all’alba del 31 i fascisti combattono già nelle vicinanze di Gandesa. I garibaldini accorrono verso questa località, ma a due chilometri da essa si accorgono di essere circondati. Durante quei combattimenti cade Attilio Strazzi, insieme all’imperiese Armando Peruzzi. Molti sono gli altri caduti e moltissimi i feriti. I superstiti si ritirano verso Pinel. Il 10 marzo del 1947 l’ANPI di Albenga si rivolse al Consolato generale d’Italia a Parigi per sapere se erano state fatte ricerche sulla tomba di Strazzi. Il Consolato a Parigi inviò la lettera al Consolato di Barcellona. Nessun risultato se non la conferma che Strazzi si trovava in un elenco di caduti. Al termine degli anni settanta in occasione di un suo viaggio in Spagna, Don Angelo Strazzi, parroco di Pieve di Teco, svolse ricerche sul fratello Attilio, ma senza alcun esito.