Squadrani Edel di Francesco e Celli Giovanna, nato il 14 aprile 1881 a Savignano (Forlì). Pittore, anarchico. Frequentato le cinque classi elementari. Figlio di un anarchico schedato nel 1896, segue il padre a Udine e a Trieste, poi, nel 1906, è a Zurigo. A fine anno viene espulso con altri anarchici e rimpatriato a Savignano di Romagna. Il 3 dicembre 1908 S. viene condannato a Milano a due mesi e 23 giorni di reclusione per offesa al culto cattolico e oltraggio al pudore, per la pubblicazione di un articolo su “La Protesta umana” di Milano. Richiamato alle armi al principio del 1917, diserta e viene arrestato il 7 dicembre. Condannato, il 7 agosto 1918, a 15 anni di reclusione dal Tribunale di guerra di Venezia, beneficia dell’amnistia e torna in libertà. Verso la fine del 1922 emigra clandestinamente in Svizzera, per sfuggire a un mandato di cattura spiccato a suo carico per l’uccisione di un fascista a Cesenatico il 27 luglio e per il mancato omicidio di altri tre fascisti. Il 3 maggio 1923 è denunciato per correità nella morte di un altro fascista, ammazzato a Rimini il 19 maggio 1921, e il 19 luglio per complicità nel mancato omicidio di un commissario di P.S., a Rimini, il 27 giugno 1920. Iscritto nel Bollettino delle ricerche e nella Rubrica di frontiera, è segnalato in Francia, in Belgio, in Olanda e in Germania. Trasferitosi in Spagna nel 1931, viene arrestato per motivi politici e invitato a lasciare il paese. Nuovamente arrestato il 2 agosto per essere rimasto illegalmente nel paese, raggiunge Marsiglia. Il 23 agosto, con Randolfo Vella, invia una cartolina illustrata ad Elena Melli da Perpignan, ultimo paese francese prima della frontiera catalana. I due comunicano il loro imminente passaggio in Spagna: «In questa sosta ci ricordiamo di te e ti mandiamo i nostri affettuosi saluti. Il 24 agosto 1936 si arruola, a Barcellona, nella Sezione Italiana, di Carlo Rosselli e Camillo Berneri a maggioranza anarchica, aggregata alla Colonna Ascaso della CNT-FAI e il 28 agosto prende parte alla battaglia di Monte Pelato. Alcuni mesi dopo, scrive dal fronte alla cognata per spiegarle il motivo del suo gesto: «Mi trovo qua per fare il mio dovere come umile milite della libertà, e colla speranza nel cuore di essere utile anche a voi oppressi dalla tirannia. La mia salute è ottima, il mio morale altissimo come pure dicasi di tutti noi, abbiamo un fucile in mano e solo la morte ce lo strapperà, se non la vittoria completa». In ottobre partecipa al combattimento di Tardienta e in novembre a quello di Almudévar. Probabilmente a causa dell'età è ormai avanzata, non si ferma in Spagna per molto tempo, e nel febbraio 1937 è in Francia, a Marsiglia. Rientra in Italia nel dopoguerra. Muore a Verrucchio (Rimini) il 22 settembre 1964.

Annotazioni: Scheda biografica integrata con informazioni del Dizionario Biografico on line degli Anarchici Italiani https://www.bfscollezionidigitali.org/collezioni/6-dizionario-biografico-online-degli-anarchici-italiani