Soravia Ciriaco di Gaetano e Muscato Giuseppina, nato a Istanbul/Costantinopoli (Turchia) il 20 novembre del 1895, socialista e poi comunista. Di professione tipografo. Alla fine della 1. Guerra mondiale si sposa a Torino con Maria Noemi Missio, giovane operaia meccanica altamente qualificata, emigrata a Torino dal natio Friuli durante la guerra ed occupata dal 1920 presso la ditta Aurora. Gli sposi, al momento senza figli, vivono al n.12 di Corso Brescia. Fonti della Regia Questura torinese descrivono Soravia come sovversivo cosmopolita, ma anche come persona che gode di buona reputazione, di discreta cultura, di buona educazione. Tempo dopo la stessa fonte informa che era iscritto al Circolo cattolico presso la Parrocchia di San Gioacchino (in Corso Giulio Cesare) e che ne aveva utilizzato in modo strumentale attività e iniziative al momento dell’espatrio. Nel maggio del 1930 infatti, la parrocchia organizza un pellegrinaggio a Lourdes (Bigorre, Hautes-Pyrénées) e Soravia ne approfitta per iscriversi al viaggio. Entra legalmente in Francia con il passaporto collettivo (che in simili circostanze veniva abitualmente e ingenuamente rilasciato), rimanendovi poi in attesa di essere presto o tardi raggiunto dalla moglie. Ciò avviene nel volgere di pochi mesi e la coppia trova casa a Marsiglia (Bouches-du-Rhône). Ben presto Soravia, che milita nel Fronte Unito e nell’Upi, diventa consigliere della Federazione Socialista di Var e Bouches-du-Rhône. Nel corso del 1932 la famiglia Soravia – Missio decide di trasferirsi in Algeria e si sistema a Bona, dove i due vengono notati e tenuti d’occhio dalle spie del regime, per avere stampato e diffuso materiali sovversivi. Mentre in Italia, su segnalazione del Regio Consolato d’Italia ad Algeri, Soravia é iscritto nel Bollettino dei ricercati – Supplemento sovversivi (schedina n. 04-32 del 14 febbraio 1933), in nord Africa si attiva per rinsaldare alcuni contatti politici da tempo allentati e allo scopo ritorna fugacemente a Marsiglia nel corso del 1935, ma rientra ben presto in Algeria. Alla fine di agosto del 1936, a guerra civile da poco iniziata, marito e moglie partono volontari per la Spagna repubblicana. Si imbarcano con alcuni compagni sul piroscafo Manuchu che, attraversato il braccio di mare (quanto mai pericoloso per l’incrociare della flotta mussoliniana), il 2 settembre approda in un porto lealista (potrebbe trattarsi della città andalusa di Malaga, di Alicante ma anche della base navale di Cartagena. Soravia si arruola inizialmente in una formazione miliziana anarchica ma poi (ben presto seguito da sua moglie) entra a far parte delle Brigate Internazionali. L’ufficio del Contro Spionaggio del Ctv (Corpo truppe volontarie, il contingente fascista italiano inviato in aiuto di Franco) lo individua e lo classifica come agente accertato al servizio della Francia. Non son note le ragioni di una tale classificazione, ma non si può escludere che abbia avuto un ruolo la città di nascita di Soravia, la cosmopolita Istanbul, multiet-nica e multireligiosa, che nell’immaginario popolare era ritenuta al pari di Tangeri un covo di spie. Non abbiamo fonti che consentano di convalidare o smentire l’ ipotesi di una sua apperteneza ai servizi francesi, ma riteniamo che altre notizie (non sempre facili da interpretare, come quella che lo vuole di stanza a Hijar tra la fine del 1937 e l’inizio del 1938, componente di una speciale Brigada Mineros Bruno Castaldi (?), Divisione Joubert), possano aver contribuito ad ammantare di questa specifica fama Ciriaco Soravia, da allora iscritto in permanenza nella Rubrica di Frontiera per l’arresto. Uscito dalla Spagna verso la fine del 1938, dopo il ritiro dai fronti e la successiva smobilitazione dei volontari internazionali, si stabilisce a Parigi dove vien raggiunto dalla moglie che il 28 dicembre da alla luce il figlio Giorgio Iberico. Le ultime notizie della coppia Soravia – Missio segnalate dagli spioni consolari alla polizia del regime risalgono al 1942: ritornati in Algeria verso la fine della guerra di Spagna, vi rimangono per tutta la durata della 2. Guerra mondiale, militanti comunisti politicamente assai attivi come testimoniano le tante tessere del Partito conservate dal figlio. Lasciano l’Algeria nel 1948 e ritornano in Italia stabilendosi a Torino. Non si hanno ulteriori notizie.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata ad aprile 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio privato del figlio Iberico Soravia – Milano (attualmente vive in una località giapponese nel circondario di Tokyo, Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, busta 4871, fascicolo 070466)