Ghinamo Giovanni di Giuseppe e Cavallera Carolina, nato a Boves (Cuneo) l’8 dicembre del 1904, comunista. Giovanissimo vachérot (guardiano di bovini) dai 6 ai 12 anni, quando decide di cambiare lavoro fa per alcuni mesi il garzone di barbiere (e con i primi guadagni, qualche spicciolo, acquista un cappello). Dall’età di 13 anni inizia l’apprendistato nella fucina di un fabbro bovesano. Alcuni anni dopo iniziano le violenze fasciste, le minacce col coltello da parte di uno squadrista locale. Ghinamo è insofferente e non sopporta tanta stupida prepotenza. Nel 1925, appena finito un anonimo servizio militare e convinto che non avrebbe potuto convivere con un regime cui non si sarebbe mai piegato, questo giovane antifascista spontaneo (così amava definirsi), attraversa clandestinamente le Alpi Marittime e se ne va in Francia. Dopo una traversata del Mediteraneo ed una breve parentesi in Algeria, ritorna in Francia e si stabilisce nella città costiera di Antibes (Alpes Maritimes) dove risiede fino al 1929 quando si trasferisce a Marsiglia (Bouches-du-Rhône) dove trova lavoro come fabbro ferraio. Risalgono agli anni dell’espatrio i primi contatti continuativi con il movimento comunista e con la incipiente attività politica. Giovanni Ghinamo parte volontario per la Spagna repubblicana nell’agosto del 1936: da Barcellona giunge ad Albacete (Murcia) e in ottobre termina l’addestramento a Madrigueras ed è pronto a partire con il Battaglione italiano Garibaldi per il fronte di Madrid. Al comando però decidono diversamente e lo trattengono alla base di Albacete, per fare da istruttore di reparti spagnoli ed internazionali sulla manutenzione e la riparazione delle armi. Rimane così fino alla fine d’aprile del 1937, quando entra a far parte del 2. Battaglione della 12. Brigata Internazionale Garibaldi. A metà giugno combatte nella fallita offensiva sul fronte di Huesca (Aragon); il mese successivo (battaglia di Brunete o del Guadarrama) si batte a Villafranca del Pardillo. Dopo altre battaglie sui fronti di Aragona dal 24 agosto al 12 ottobre (Belchite, Farlete e Fuen-tes de Ebro), é finalmente a riposo con la Brigata a Castelnau. Nel corso della riorganizzazione della Brigata è trasferito al 3. Battaglione, ma continua a mantene-re l’incarico di armiere. Sempre nel corso del 1937 viene ammesso nel PE (Partido comunista de España). Con il nuovo anno, a metà febbraio del 1938 é impegnato nella offensiva-diversivo in Extremadura (Campillo, Sierra Quemada), che si conclude con lievi progressi e pesanti perdite, senza tuttavia distogliere il nemico dai suoi progetti offensivi. Nel marzo successivo infatti, mentre con la Brigata fruisce di un meritato riposo, questa é richiama-ta d’urgenza intorno a Caspe (Aragona) con le altre unità internazionali, nel tentativo di contenere la violentissima offensiva fascista verso la costa mediterranea e Valencia. Si trova a combattere in una situazione caotica, prima per evitare l’accerchiamento e poi nella drammatica ritirata verso il basso corso dell’Ebro. Dopo una più che necessaria fase di riorganizzazione, nell’estate del 1938 é schierato con la Brigata lungo il corso dell’Ebro. A luglio inizia l’ultima grande battaglia della guerra civile, in cui Ghinamo viene ferito in combattimento (schegge alla gamba destra). Poco dopo, ad ottobre arriva l’ordine di ritirare dai fronti e smobilitare tutti i volontari internazionali. A fine mese, dopo la despedida (il commosso commiato dalle popolazioni catalane), finisce in un campo di smobilitazione. Esce tra gli ultimi dalla Spagna, all’ inizio di febbraio del 1939: internato inizialmente nella fortezza pirenaica di Mont Louis, poi trasferito a San Cebriá de Rosselló / Saint Cyprièn (entrambe nei Pirenei Orientali), dove rimane fino quando, nel 1941, non viene trasferito nel campo del Vernet d’Ariège. Chiede ed ottiene di essere rimpatriato: tradotto in Italia per il formale arresto al valico confinario di Ventimiglia (5 aprile 1942), viene portato a Cuneo dov’è rinchiuso fino a settembre nel carcere giudiziario di via Leutrum. Poi la Commissione provinciale cuneese per il confino di polizia lo destina per 1 anno a Ventotene. Liberato il 4 aprile del 1943, può ritornare a casa per prender contatto con il borgarino Giovanni Barale, Giorgio Giraudo di Robilante, i coniugi cuneesi Aimo (Giasone e Cloto), l’ormeasco Carlo Bava Cireneo, i caragliesi Cerrina e Nazzari e con il resto della fragile (ma nondimeno ramificata e presente) organizzazione clandestina cuneese del PCI. Dopo l’8 settembre del 1943, insieme ai compagni Giovanni e Spartaco Barale (padre e figlio, in seguito catturati e trucidati dai nazisti) é fra i primi organizzatori della Resistenza nel bovesano e nelle valli della Bizimauda/Bisalta. Il garibaldino Spartaco fa parte del Comando dei distaccamenti garibaldini che più avanti daranno vita alla 177. Brigata Garibaldi Barale, intitolata ai due comunisti borgarini trucidati dai nazisti nelle vicinanze di Boves il 1° gennaio 1944. Tra i collaboratori delle formazioni garibaldine nelle Valli Pesio e Josina contattati da Ghinamo, c’é un altro veterano garibaldino di Spagna, Bartolomeo Giordanengo di Chiusa Pesio, anch’egli reduce dall’internamento al Vernet d’Ariège. Alla Liberazione verrà riconosciuta al garibaldino Spartaco l’anzianità partigiana dall’8 settembre del 1943 al 7 giugno del 1945. Nel dopoguerra, non senza profonde amarezze nate dal conformismo dominante nella vita del Partito e dalle ambiguità del nuovo sistema democratico, prosegue la più che ventennale militanza comunista di Ghinamo: si interromperà traumaticamente nel corso del 1951, per profondi dissensi rispetto alla linea politica del Partito. Fermo nelle sue richieste inesauste di giustizia sociale, ma non privo di curiosità verso i pochi fenomeni nuovi della politica (soprattutto in una provincia bianca, sonnolenta e conformista come quella cuneese), all’inizio di anni cruciali come i ’70 Ghinamo é in sintonia con le posizioni Democrazia Proletaria). Muore a Boves il 9 maggio del 1978.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata ad aprile 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio Istituto Storico Regionale “Parri” – Bologna , Archivio Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in provincia di Cuneo, Archivio di Stato – Cuneo (Ruoli matricolari), Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, busta 2362, fascicolo 107081), Archivio Centrale dello Stato – Roma (Confinati Politici, busta 471), Archives Départementales de l’Ariège – Foix (5W415) , Archivio di Stato Civile del Comune di Boves, Archivio privato Sergio Dalmasso – Boves, Archivio Riccardo Navone (Genova – Ventotene: Anagrafe degli antifascisti confinati a Ventotene dal 1927al 1943, inedito in corso di pubblicazione)