Simonetti Eugenia Lina di Giovanni e Ulianich Elena, nata il 10 gennaio 1905 a Vizinada/Visinada (Croazia). Secondo altra fonte è nata a Porec in Istria. Anarchica. Eugenia è la più giovane delle quattro figlie avute da Giovanni Simonetti ed Elena Uljani? di origine croata. Prima dell'inizio della I guerra mondiale, la famiglia di Eugenia si trasferisce a Trieste. La città come d'altra parte l'Istria, fanno parte all'epoca dell'Impero Austro - Ungarico. Entrano a far parte del Regno d'Italia alla fine del conflitto mondiale. Negli anni Venti Eugenia, giovanissima, svolge attività politica nelle organizzazioni anarchiche triestine. In queste organizzazioni sarà attiva anche la sorella Maria, (1896-1971) che è la più attiva nel cantiere di San Marco, essendo stata coinvolta nell'incendio del cantiere il 1° marzo 1921 come rappresaglia per l'incendio della Borsa del Lavoro del giorno precedente da parte degli squadristi; arrestata pochi giorni dopo è assolta grazie all'intervento di un ingegnere tedesco a cui aveva salvato la vita in precedenza, ma denunciata nel novembre 1921 per "oltraggio alla pubblica sicurezza". In questo ambiente nel 1923 Lina conosce un giovane anarchico. Quando questi decide di espatriare in Francia, Lina lo segue. I due hanno anche un figlio, ma in seguito il giovane muore in un incidente. Vive al 14 di rue du Repos, vicino al cimitero del Père Lachaise a Ménilmontant (XX arrondissement), con lo pseudonimo di Lina Tomasini, senza dubbio ispirato al nome di Umberto Tommasini (1896-1980), un altro libertario che aveva conosciuto a Trieste e che era stato anche volontario nella Spagna repubblicana. Nel 1925 accoglie l'anarchico sardo Pompeo Franchi (1905-1936), anche lui anarchico e futuro combattente antifranchista di Spagna, appena espulso dalla Francia per propaganda sovversiva. Il fratello Ferdinando Franchi (1896-?) subisce la stessa condanna nel settembre 1927 e nel marzo 1928 viene condannato a quattro mesi di carcere per aver violato l'ordine di espulsione. Rimane a Parigi sotto l'identità di Mateo Daga e in seguito sposa Lina Simonetti. Dopo l'arresto del marito nel maggio 1931 e del cognato nell'ottobre 1932 a Fontenay-sous-Bois (Seine-et-Marne) durante una riunione per la pubblicazione del giornale Umanita Nuova, lascia Parigi con il marito e soggiorna nel sud della Francia, venendo segnalata a Nizza e poi a Cannes, dove Pompeo Franchi trova lavoro come imbianchino. Nel febbraio 1934, l'Italia chiede l'estradizione di Franchi per il suo coinvolgimento in un nuovo piano di assassinio di Mussolini, ma la Francia rifiuta per mancanza di prove; in seguito viene comunque sospettato di aver progettato un altro attentato con Lina Simonetti. Eugenia è controllata dagli informatori della polizia politica fascista desiderosi tutti di accreditarsi ai funzionari di polizia che pagano loro lo stipendio, fatto che ci obbliga a prendere le loro informazioni sempre con cautela, inficiate com'erano dalla ricerca dell'effetto clamoroso, Per queste spie, Eugenia nell'agosto del 1930 avrebbe avuto contatti a Parigi con Michele Schirru, venuto dagli Stati Uniti per preparare un attentato contro Benito Mussolini. il 29 maggio 1931 il Bollettino delle Ricerche alla scheda n.04570, d'ordine della Questura di Trieste, pubblica i dati identificativi di Eugenia Lina Simonetti con l'indicazione "da fermare" al rimpatrio. I suoi connotati sono: "statura media, colorito roseo, capelli biondi, naso rettilineo". La segnalazione non è completata, come d'uso quando possibile, dalla fotografia personale evidentemente non reperita. Nell'agosto del 1936 Ferdinando Franchi passa in Spagna e si arruola nella Sezione Italiana della Colonna "Francisco Ascaso", dislocata in Aragona. Eugenia Lina lo segue più tardi. La polizia fascista segnala il suo passaggio da Perpignano diretta in Spagna il 15 dicembre 1936, infatti compare in un elenco di militanti antifascisti che si erano recati in Spagna con l'aiuto dell'anarchico Giuseppe Pasotti cui una spia aveva abilmente sottratto gli elenchi delle persone assistite nel passaggio di frontiera. Raggiunge subito il fronte di Huesca dove è schierata la Colonna Ascaso, nella quale Pompeo Franchi è gravemente ferito a una gamba il 28 agosto al Monte Pelato e muore di cancrena il 19 settembre all'ospedale di Lérida, alla presenza del fratello Ferdinando. In seguito al ritiro delle donne dalle unità combattenti nell'autunno del 1936 come parte della militarizzazione delle milizie, che molti anarchici spagnoli e stranieri mal sopportavano, Lina si trasferisce a Barcellona, dove rimane fino alla caduta della Catalogna. Ferdinando Franchi, contrario alla linea moderata del governo repubblicano e sostenuto dal Partito Comunista di Spagna (PCE), è arrestato come "trotskista" a Barcellona e trasferito nell'ottobre 1938 nel campo di smobilitazione di Cardedeu, a nord-est della capitale catalana e liberato alla caduta del fronte catalano. Ferdinando e Lina, rientrati in Francia insieme, vengono di nuovo separati, Ferdinando Franchi è internato nel campo di concentramento di Argelès - sur Mer, dove se ne perderanno le tracce, mentre lei è confinata su disposizione delle autorità transalpine, nel sud della Francia, a Saint-Clément vicino Tulle nel Dipartimento del Corréze. La sua presenza con la sorella Giuditta è attestata da fonti italiane nel settembre 1939. Nel 1940, su richiesta di Umberto Tommasini, internato a Le Vernet (Ariège), la sorella di Lina, Maria Simonetti, invia dagli Stati Uniti una grossa somma di denaro per aiutare i prigionieri affamati. Dopo la Liberazione, Lina Simonetti si stabilisce a Marsiglia, dove rimane attiva nel movimento libertario, così come Maria, che rimane in America ma fece diversi viaggi in Italia per sostenere le organizzazioni anarchiche del luogo. Lina Simonetti muore a Marsiglia nel 1964.