Simondi Bernardo di Giacomo e Demaria Margherita, nato Dronero (Cuneo) il 3 marzo 1896, in Frazione Muscére/Moschieres, Borgata Ghio/‘n kó di Ghiw, socialista e poi comunista. Di professione contadino e muratore, alfabetizzato. Espatria in Francia con la famiglia nel 1912 (modalità non note ma probabilmente in modo legale), vive a Marsiglia (Bouches-du-Rhône) dove trova lavoro come muratore in una impresa edile insieme a suo padre. Richiamato in Italia per il servizio militare, rimpatria nell’ottobre del 1915, insieme ai suoi familiari che si stabiliscono a Fossano (Cuneo). Arruolato dal 22 novembre per prestare servizio come dirigibilista, in pratica é utilizzato soprattutto come muratore. Dopo il congedo definitivo che arriva il 6 febbraio del 1920 torna a vivere con i genitori e prende a sua volta residenza a Fossano. Da allora Simondi da inizio ad una sorta di pendolarismo stagionale (cosa tutt’altro che infrequente) tra Francia e Italia, un va e vieni periodico tra Fossano e Marsiglia, che trova soluzione solo alla fine d’agosto del 1931, quando opta per Marsiglia come residenza definitiva. Dopo una iniziale simpatia per il Partito socialista italiano), allora abbastanza radicato nelle file dell’emigrazione italiana in Provenza, non tarda però ad avvicinarsi al Fronte Popolare e aderisce al Partito comunista francese. Dal 1934 Simondi é iscritto al Sindacato; nel Partito è responsabile di un gruppo di lingua italiana ed é attivo nella propaganda e nel Soccorso Rosso Internazionale. Parte volontario per la Spagna repubblicana il 15 novembre del 1936 con il treno Marsiglia-Narbona-Perpignano. Nel capoluogo del Rossiglione fruisce anch’egli della ospitalità dell’anarchico italiano Giuseppe Pasotti, che lo assiste anche nell’attraversamento clandestino della frontiera. Giunto infine ad Albacete (Murcia), sede di comandi e commissariato e base principale delle neonate Brigate Internazionali, si arruola nel Battaglione polacco Dombrovski (allora nella 11. Brigata Internazionale), il cui commissario politico é il dirigente comunista italiano Nicoletti (Giuseppe Di Vittorio). Oltre all’idioma materno, il dialetto occitano della Bassa Val Maira, Bernardo Simondi parla speditamente italiano e francese ed ha nozioni di spagnolo, ragion per cui viene anche utilizzato per attività organizzative e di propaganda. Ha così modo di essere informato sulle vicende occorse ad alcuni connazionali, sulle quali potrà rilasciare importanti testimonianze (specie a fini pensionistici) al termine della 2. Guerra mondiale. Con il Dombrovski combatte a Casa de Campo ed in tutta la fase iniziale dei combattimenti in difesa di Madrid sotto assedio (Pozuelo de Alarcon e Boadilla del Monte). Combatte la durissima battaglia del Jarama (7-22 febbraio del 1937). Il mese successivo, impegna- to più marginalmente nella battaglia di Guadalajara (8-23 marzo), ha modo di misurarsi sul campo contro le Camicie Nere italiane inviate da Mussolini. Combatte ancora a Utande nel maggio del 1937 e prende poi parte alla battaglia di Brunete (o del Guadarrama) nel luglio dello stesso anno. Nel dicembre 1937 viene trasferito alla 12. Brigata Internazionale Garibaldi, 2. compagnia del 1. Battaglione. Impegnato nella offensiva in Extremadura (metà febbraio del 1938), é ferito lievemente in combattimento a Campillo. Si è appena ristabilito quando, tra marzo e aprile, la Brigata é richiamata d’urgenza da un meritatissimo periodo di riposo, per esser proiettata sul fronte aragonese di Caspe dove, nel tentativo di contenere la violentissima offensiva fascista, tutte le Brigate Internazionali (tranne la 129., rimasta lungo il fronte del Levante) e l’Ejercito de Tierra rischiano l’accerchiamento ed il collasso. Scopo dichiarato dell’offensiva fascista, condotta con grande superiorità numerica e di armamenti, è lo sfondamento del fronte in direzione del Mediterraneo e di Valencia. La resistenza tenace ma poco ordinata degli internazionali di almeno tre Brigate (tra cui la Garibaldi), colti di sorpresa dalla violenza dell’attacco ed a tratti quasi completamente accerchiati, consente a costo di pesanti perdite di evitare una rotta disordinata e di affrontare la drammatica e sanguinosa ritirata lungo la riva orografica sinistra del basso corso dell’Ebro). I franchisti dilagano ed il 15 aprile raggiungono il mare a Vinaroz, tagliando in due lo schieramento repubblicano ed il territorio della Repubblica. Nel corso dell’estate, dopo una indispensabile fase di riorganizzazione della Brigata, Simondi con il suo reparto è schierato sul fronte dell’Ebro: prende parte alla offensiva iniziale e agli iniziali successi, ma all’inizio di settembre viene ferito la seconda volta, nei giorni della veemente controffensiva fascista. A fine ottobre, dopo il ritiro dai fronti dei volontari internazionali e la despedida (il commosso commiato dalle popolazioni catalane), è anch’egli destinato all’inedia di uno dei campi di smobilitazione nella parte settentrionale della provincia di Gerona. Esce dalla Spagna con gli ultimi, nei convulsi giorni della retirada, intorno al 10 febbraio del 1939. É internato nel campo di Argelès-sur-Mer (Pirenei Orientali), ma in autunno viene trasferito al campo di Gurs (Basses Pyrénées). Riesce ad uscirne poco tempo dopo, all’inizio del 1940, precettato in una Cte (Compagnie de tra-vailleurs etrangers), adibita a lavori di fortificazione lungo le frontiere settentrionali. Non abbiamo altre notizie su Nadu (o Nadin) Simondi negli anni della guerra, da lui trascorsi bene o male oltralpe. Dopo la Liberazione torna periodicamente in Italia dove, da buon militante comuni-sta, ha modo di rilasciare alcune testimonianze, utili ai fini del riconoscimento di una indennità eco-nomica alle famiglie di alcuni volontari cuneesi caduti in Spagna (in particolar modo a favore dei familiari dell’accegliese Giacomo Olivero nativo di Kyapièro/Chiappera e del fossanese Matteo Armando, entrambi caduti in combattimento in circostanze difficili e senza quasi testimoni oculari). Muore a Marsiglia il 29 ottobre del 1956, nel quartiere di Sainte Marguerite.
Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata ad aprile 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio Istituto Storico Regionale “Parri” – Bologna, Archivio di Stato di Cuneo (Ruoli matricolari), Archivio dello Stato Civile – Comune di Dronero, Archives BDIC – Nanterre (MFM 880/1, 880/37 e 880/44, Brigades Internationales, Fonds 545/ 6, 14; 545/3, 472-473 ; 545/3, 723).
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