Scatassa Carlo di Giuseppe e Pianosi Albina, nato il 27 febbraio 1903 a San Pietro in Calibano, una piccola frazione di Pesaro. Comunista. Frequenta le scuote elementari e poi apprende il mestiere di falegname. A San Pietro dove risiede frequenta elementi "sovversivi". simpatizzanti anarchici e comunisti. Nel biennio rosso partecipa a tutte le manifestazioni indette dal Partito Comunista. Espatria una prima volta, il 29 settembre 1924, in Francia con regolare passaporto e rientra in Italia nell'agosto 1925. Il dieci dello stesso mese è fermato a Torino dalla polizia perché in possesso di documenti sovversivi. Munito di foglio di via obbligatorio rientra a Pesaro. Il 28 novembre 1926 è arrestato a Roma per misure di pubblica sicurezza. tradotto a Pesaro è condannato con altri antifascisti, per aver tenuto nascoste armi e munizioni ritrovate a San Pietro nel 1926. Prosciolto per effetto dell'amnistia, espatria nuovamente in Francia nel novembre 1930, sempre con regolare passaporto. Si stabilisce vicino a Parigi, a Nanterre, e lavora saltuariamente rimanendo spesso disoccupato. Nel 1934 è espulso per motivi politici, ma non abbandona la Francia: si rende solo irreperibile. Nel settembre 1936 si reca in Spagna e vi resta fino all'aprile del 1938. Nulla sappiamo della sua attività durante la guerra Civile, ma la polizia è convinta che si sia arruolato nelle milizie rosse; lo troviamo in un elenco di fonte fiduciaria del maggio 1938. Rientrato in Francia è costretto a scegliere tra arruolarsi nelle truppe francesi o essere incarcerato per contravvenzione al decreto d'espulsione. Decide di farsi incarcerare e resta in carcere per otto mesi. Di nuovo arrestato ha ancora la possibilità di scegliere tra arruolarsi in Francia. essere internato in un campo di concentramento o far ritorno in Italia. Sceglie di rimpatriare, arrestato alla frontiera, maggio 1940, perché iscritto in Rubrica di Frontiera, viene condotto a Pesaro e lì interrogato. Nega la sua attività politica svolta all'estero e dichiara di essere stato in Spagna per soli motivi di lavoro e di non aver mai combattuto. Il 17 giugno 1940 è condannato a cinque anni di confino quale combattente antifranchista in Spagna, destinazione Ventotene Nel 1942 è condannato a tre mesi d'arresto per contravvenzione agli obblighi del confino. È liberato presumibilmente dopo il settembre 1943. Muore a Pesaro il 4 agosto 1980.

Annotazioni: Scheda biografica redatta da Roberto Lucioli per il volume Gli antifascisti marchigiani nella guerra di Spagna (1936-1939) [Ancona]: ANPI Marche/Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche, stampa 1992 sulla base delle seguenti fonti: Comune di Pesaro; Archivio Centrale di Stato. Fondo Casellario Politico Centrale; Archivio Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti di Spagna, Istituto Parri, Milano; A. Dal Pont S. Carolini L’Italia al confino 1926-1943, La Pietra, Milano 1983, p.1214; P. Giannotti. (a Cura di) La provincia di Pesaro e Urbino nel regime fascista, Il lavoro editoriale, Ancona 1986, p.277