Voltolini Giuseppe di Guerrino e Coltri Angela, nato il 12 luglio 1904, a Verona. Minatore, comunista. Giovanissimo comincia a lavorare come manovale. Picchiato dai fascisti nel 1921, per sottrarsi alle minacce ed alle aggressioni si trasferisce a Bolzano e nel 1926, dopo il delitto Matteotti, aderisce al Partito Comunista. Ormai segnalato alla polizia espatria in Lussemburgo dove lavora come minatore collabora con Giordano Pratolongo che organizzava i comunisti usciti dall’Italia. Nel 1927 si porta clandestinamente in Francia, dove è segnalato tra i diffusori del periodico "Il Riscatto". Allo scoppio della guerra civile raggiunge Barcellona nell’agosto 1936 e nel settembre 1937, è nella sezione mitraglieri della brigata Garibaldi. Partecipa alle operazioni militari a Fuentes del Ebro (ottobre 1937), in Estremadura (febbraio 1938) , in Aragona a Caspe (marzo 1938) e all’ultima offensiva repubblicana dell’Ebro (luglio-novembre 1938). Nell’agosto 1938 rimane ferito al piede sinistro e rimane in ospedale per tre mesi. Rientrato in Francia al crollo del fronte catalano a febbraio 1939 con i resti delle Brigate Internazionali, viene internato nel campo di Argeles-sur- Mer e poi in quello del Vernet, dove incontra Luigi Longo e Giuseppe Di Vittorio. Il primo luglio 1939 viene iscritto nella Rubrica di Frontiera per l’arresto. Allo scoppio della guerra mondiale e col crollo della Francia, Voltolini viene richiesto per il rimpatrio dalla Commissione Italiana per l’Armistizio in Francia. IL 28 settembre 1941 viene tradotto a Mentone e consegnato alla polizia italiana. La Commissione per l’assegnazione al confino, lo condanna a cinque anni da trascorrere a Ventotene per la partecipazione alla guerra di Spagna. Lì incontra Camilla Ravera, Mauro Scoccimarro e Umberto Terracini. Viene liberato il 27 agosto 1943. Nel dopoguerra si stabilisce a Caprino Veronese dove è assessore comunale del PCI e muore il 19 febbraio 1977.