Vizzini Salvatore di Giuseppe e Campagna Angela, nato il 19 aprile 1919 a Serradifalco (Caltanissetta). Fabbro, comunista. Emigrato in Francia all’età di 2 anni e residente a Marsiglia. Frequenta la scuola elementare per un periodo indefinito. Risulta iscritto al sindacato CGT dal 1934, come responsabile dell’officina e organizzatore degli scioperi. Membro delle Gioventù Comunista dal 1933, è segretario di cellula e vice-segretario del comitato di quartiere. Nell’ottobre 1936 riceve un decreto di espulsione dalla Francia. E’ fra i più giovani volontari a partire per la Spagna, e il 14 ottobre 1936, a diciassette anni, è nella 1. compagnia del 4. battaglione Garibaldi. Ferito lievemente a novembre sul fronte di Madrid al Cerro de los Angeles e poi anche nel 1937 a Mirabueno. Ricoverato in ospedale a Murcia, si innamora della infermiera spagnola, Carmen Espejo, nata a Malaga il 6 marzo 1914 e la sposa. Assegnato alle retrovie a Quintanar de la Repùblica, senza autorizzazione si porta al fronte per combattere. E’ poi nella brigata Garibaldi, Commissario politico della 2. compagnia del 2. battaglione. Ferito una terza volta nel giugno del 1937, il 10 luglio 1937 l’edizione italiana l’organo delle Brigate Internazionali “Le Volontaire de la Libertè”, pubblica nel numero 32 un articolo a lui dedicato dal titolo” Il più giovane garibaldino. E’ Vizzini Salvatore. E crediamo che sia il più giovane, non soltanto dei garibaldini, ma di tutti i volontari internazionali che sono venuti in Ispagna a combattere per la libertà. Quando arrivò al Battaglione Garibaldi aveva appena compiuto i sedici anni. Ma dimostrò che non la cedeva a nessuno per il valore e la capacità nei combattimenti: fu sempre in prima linea in tutte le battaglie. Già ferito per ben tre volte nei precedenti combattimenti, era stato deciso che Vizzini non avrebbe partecipato all’attacco di Huesca e che sarebbe rimasto in seconda linea. Ma sì!... Il nostro ragazzo riuscì ad eludere la vigilanza dei suoi… custodi allorchè il 2. Battaglione partiva all’assalto, ecco Vizzini saltare dalla trincea e marciare di corsa, tra i primi, contro il nemico! Durante l’azione venne ferito per la quarta volta. Ed ora si trova all’ospedale: ma tempesta di lettere i compagni dicendo che è già guarito e che lui vuole rientrare nel suo battaglione per non mancare la prossima… E rifiuta di passare prima dalla Base delle Brigate Internazionali per “non perdere tempo” dice lui”. Ferito nuovamente nel settembre 1938 nel corso dell’ultima battaglia dell’Ebro sulla Sierra de Caballs. Dopo una convalescenza a Benicàssim, malgrado il governo repubblicano abbia deciso il ritiro dei volontari internazionali nel settembre 1938, al crollo del fronte catalano nel gennaio 1939, riprende le armi, con altri volontari smobilitati, e torna al fronte per rallentare l’avanzata franchista e consentire a centinaia di migliaia di civili di trovare scampo in Francia. Uscito dalla Spagna il 12 febbraio 1939, viene internato nei campi di Saint Cyprièn, Gurs il 19 aprile 1940 e Vernet sino al gennaio 1942. La CIAF (Commissione per l’Armistizio con la Francia) ne richiede l’estradizione. Tradotto in Italia il 16 gennaio 1942, è arrestato al confine italiano di Mentone, detenuto a Ventimiglia e portato nel carcere di Caltanissetta dove giunge il 28 febbraio 1942. Deferito alla Commissione Provinciale viene assegnato al confino per 3 anni. Per motivi di salute il provvedimento di confino viene tramutato in diffida. Il 19 dicembre 1942 viene scarcerato e rimpatriato a Serradifalco. Sfuggito alla sorveglianza si porta a Varese dove svolge attività è clandestina. Dopo il gennaio del 1944 rientra in Sicilia e riprende la sua attività è politica. Nel dopoguerra è eletto segretario della Federazione del Partito Comunista di Ragusa e poi membro della Federazione di Caltanissetta sino al 4 aprile 1946. Stabilitosi in Francia a Marsiglia (Bouches-du-Rhone), risulta ancora vivente nel 1974.