Vittone Celestino di Ernesto e Defilippi Felicita, nato a Torino il 27 novembre 1901, comunista. Di professione tornitore meccanico, nell’ emigrazione si dedica a diversi mestieri, tra i quali anche quello di macellaio. Nato nel precollinare Borgo Po, vive con la famiglia in Via Monferrato. Inizia giovanissimo a frequentare il Circolo Giovanile socialista di Borgo Po. E’ membro combattivo degli Arditi del Popolo, nati nel primo dopoguerra per difendere le sezioni dei partiti operai, le sedi sindacali, i Circoli operai e le Società Operaie di Mutuo Soccorso dalle incursioni e dai violenti attacchi distruttivi, quasi sempre impuniti, delle squadracce fasciste. Dalla fine di gennaio del 1921, subito dopo la scissione socialista di Livorno e la nascita del Pcd’I (Partito comunista d’Italia) è fra gli organizzatori della Gioventù comunista nel capoluogo piemontese. La partecipazione, su incarico della Federazione giovanile torinese del Partito, ad una riunione clandestina preparata dal Segretariato Internazionale della Gioventù comunista nell’aprile del 1923, gli vale il primo arresto. Tre anni dopo, nel 1926, nel corso di una perquisizione, la polizia rinviene e sequestra nella sua abitazione materiale di propaganda comunista. Nel 1927 è anche attivo nel Comitato Sacco e Vanzetti ma il suo attivismo gli attira ripetuti controlli. Vittone é viene sanzionato e sottoposto al provvedimento di diffida, dopo di che viene sorvegliato ancor più attentamente dalla Regia questura torinese. È costretto a cessare quasi completamente ogni attività fino a quando, nel 1930, non riesce ad organizzare e ad attuare felicemente l’espatrio clandestino in Francia. Segue la pressoché immediata ed automatica iscrizione in Rubrica di Frontiera per l’arresto. Si stabilisce a Marsiglia (Bouches-du-Rhône) dove, in uno dei tanti momenti difficili della vita del Partito, non tarda a entrare in rotta di collisione con le direttive della Direzione, criticate per la pre-senza considerata troppo blanda all’interno della Concentrazione Antifascista. Ciò malgrado non lesina la propria attività nelle organizzazioni del Soccorso Rosso Internazionale, dell’UPI (Unione Popolare Italiana) e nelle manifestazioni di protesta contro la aggressione fascista all’Etiopia del 1935-36. L’anno successivo con ogni probabilità viene sospeso dal Partito per estremismo e attività frazioniste. Malgrado sia diventato un elemento sospetto, nell’ottobre del 1936 i dirigenti del Centro estero non gli negano il consenso alla partenza come volontario per la Spagna repubblicana. Giunto ad Albacete (Murcia), sede dei comandi e principale base logistica e organizzativa delle Brigate Internazionali, dopo un primo periodo di addestramento è destinato alla 1. Compagnia del Bat-taglione italiano Garibaldi. Prende parte a tutti i combattimenti in difesa di Madrid, dal Cerro de los Angeles (Cerro Rojo,), attaccato il 13 novembre, fino alla battaglia di Guadalajara (8-23 marzo 1937), passando per Casa de Campo e la Ciudad Universitaria, Pozuelo de Alarcon e Boadilla del Monte, Mirabueno, Majadahonda e la battaglia del Jarama (7-22 febbraio 1937). Due mesi dopo, a inizio di maggio del 1937, fa parte della 12. Brigata Internazionale Garibaldi, 2. Battaglione, 1. Compagnia. Viene promosso tenente, ed é considerato un buon elemento dai comandanti e dai responsabili politici. Presumibilmente ferito su uno dei fronti di Aragona nell’autunno del 1937, fa ritorno in Francia in licenza di convalescenza, con l’intenzione di rientrare quanto prima in Spagna. Per motivi non noti, quasi sicuramente ascrivibili ad una decisione del Partito, non riesce a ritornar-vi e deve rimanere a Marsiglia dove riprende l’impegno e l’attività militante. Nel settembre del 1939, mentre sta per iniziare la 2. Guerra Mondiale e per i militanti comunisti di ogni paese rifugiatisi in Francia si profila l’ennesimo periodo controverso e lacerante (conseguenza del patto russo-tedesco), Celestino Vittone é ancora attivo nell’UPI. Mancano notizie sugli anni degli internamenti, poi della guerra mondiale e della occupazione nazista. Sappiamo soltanto che sopravvive alla guerra e che dopo la Liberazione si trasferirà da Marsiglia a Parigi, dove muore, a quasi cinquantaquattro anni di età, il 21 agosto 1955.
Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata a maggio 2107, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, busta 5454, fascicolo 66575), Archivio Istituto Storico Regionale Parri – Bologna, Archivio di Stato Civile – Comune di Torino, Archives BDIC – Nanterre (MFM 880/.., Brigades Internationales),Archivo General de la Guerra Civil Española – Salamanca, Sección Guerra Civil.
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