Vinai Giuseppe di Giovanni e di Maddalena Ronco, nasce a Pieve di Teco (Imperia) il 22dicembre 1897. Di mestiere è calzolaio. Nel 1924 espatria a bordo di un autocarro attraverso il valico di Ponte San Luigi. Giunto a Nizza, in un primo momento lavora come manovale, e poi si sposta a Saint Romain, a Le Scarene e poi a Parigi dove come comunista partecipa attivamente all'azione politica dei gruppi italiani antifascisti. Quando il generale Franco nel luglio del 1936 insorge con l'esercito contro la del Repubblica democratica spagnola, Vinai raggiunge Barcellona unitamente ad un Antonio Malacarne (direttore di una squadra podistica), Il Comando comunista gli procura il foglio di passaggio fino a Madrid dove trova molti compagni che costituiscono un plotone che aveva per commissario Francesco Leone. Fa conoscenza con Oberdan Chiesa, Ugo Muccini, Giovanni Pesce e tutti gli altri. Quando il gruppo diviene più numeroso, si costituisce la Centuria Gastone Sozzi che viene aggregata ad un reparto spagnolo. prende parte a vari combattimenti nelle vicinanze di Madrid e a Cerro de los Angeles (Cerro Rojo) il 13 novembre 1936, ove rimane gravemente ferito alla gamba sinistra (per cui rimane claudicante). Trasportato nell'Ospedale militare di Madrid, vi rimane tre giorni, quindi è trasferito nell'Ospedale militare di Valencia dove rimane in cura fino ai primi giorni di marzo del 1937. Visto che tutto marcia abbastanza bene, riparte per il fronte dove viene alla 3. Compagnia del Battaglione Garibaldi comandata dal capitano Ferrari che, poi, cadrà in combattimento. Durante la sesta ed ultima offensiva fascista contro Madrid (battaglia della Guadalajara, 8 - 21 marzo 1937), è nuovamente al fronte e rimane leggermente ferito. Dopo il 14 aprile successivo entra a far parte della Compagnia Zappatori, della 12. Brigata Internazionale Garibaldi (45. Divisione ). Durante i combattimenti svoltisi nella zona di Belchite - Farlete, in occasione dell'offensiva repubblicana in Aragona nell'agosto del 1937 per tentare di conquistare la piazzaforte fascista di Saragozza, Vinai sempre in prima linea, rimane per la terza volta ferito, ancora lievemente, dopo di che segue le sorti della 12. Brigata. Durante la grande offensiva fascista in Aragona nel marzo del 1938, che causa la ritirata della Brigata nella zona Caspe - Gandesa, vede morire l'imperiese Armando Peruzzi, di cui abbiamo già detto. Infine Vinai ancora una volta rimane ferito a Sierra Caballs tra il primo e il 15 di settembre a seguito della controffensiva fascista succedutasi alla grande offensiva repubblicana del luglio precedente, detta la Battaglia dell'Ebro. Il 27 settembre viene smobilitato e inviato a Barcellona. Inizialmente lavora con gli altri reduci nei campi aiutando i contadini, poi riceve l'ordine di ritirarsi verso la frontiera francese, che attraversa il 10 febbraio 1939. Appena giunti in territorio francese, la gendarmeria gli fa consegnare le armi e viene portato nel campo del Vernet d’Ariege. Lì rimane internato nel campo fino al mese di giugno del 1942, quando, un certo giorno, i gendarmi lo accompagnano fino alla frontiera italiana, e lo consegnano alla polizia italiana di Mentone. Tradotto alle carceri di Savona viene deferito alla Commissione provinciale per il confino e condannato a cinque anni di confino da scontare a Ventotene, dove incontra vecchi compagni di lotta tra cui Luigi Longo, l'imperiese Luigi Peruzzi, Pietro Secchia, Mauro Scoccimarro, Sandro Pertini e tanti altri. Rimane a Ventotene fino all'8 agosto 1943 quando viene rilasciato. Rientrato a Imperia riprende il lavoro di calzolaio, collaborando con la Resistenza nella divisione partigiana Felice Cascione. Muore in data imprecisata.