Venturino Celestino di Giuseppe e Cotella Maddalena, nato a San Michele Mondovì (Cuneo) il 28 settembre del 1897, in Frazione San Paolo. Di professione contadino e muratore. Combattente nella 1. Guerra mondiale, nella quale è ferito in combattimento alla spalla, al braccio ed all’avambraccio sinistro. Riconosciuto invalido con diritto alla pensione di guerra. Dopo la fine del conflitto e il congedo, sopravvive lavorando per qualche tempo come stagionale in agricoltura. Il 27 ottobre del 1921 sposa la compaesana Teresa Gregorio e, poco tempo dopo, riesce ad espatriare in Francia (modalità non note, forse clandestinamente). Si stabilisce a Cannes (Alpes Maritimes) presso il fratello maggiore Paolo, muratore da tempo espatriato. A causa del più che probabile espatrio clandestino viene immediatamente iscritto in Rubrica di frontiera per l’arresto. Nel 1923 viene raggiunto a Cannes dalla moglie. Ormai lavora anch’egli nella zona per conto di alcune imprese edili; nel 1925 è ormai diventato un piccolo imprenditore autonomo con sede legale a Vallauris, a poca distanza da Cannes. Prima con un socio, e in seguito in proprio consolida la piccola azienda edile, occupata prevalentemente in zona. Nel giro di tre-quattro anni la famiglia cresce, Venturino é padre di tre figli e tutto sembra andar bene. Poi, la forte crisi del settore nel corso del 1936 finisce per mandare tutto all’aria e presto deve chiudere l’azienda e si ritrova disoccupato. Tra la fine del 1936 e l’inizio del 1937 varca i Pirenei per andar volontario nell’Esercito repubblicano in Spagna. Raggiunta la base principale di Albacete (Murcia) sede dei Comandi e del Commissariato Generale, al termine di un breve periodo di addestramento militare nelle campagne circostanti a metà dicembre s’arruola nella Compagnia italiana del Battaglione Dimitrov (15. Brigata Internazionale Abraham Lincoln), costituita da circa 120 volontari arrivati per compensare le perdite del Battaglione Garibaldi e risultati in esubero rispetto alle necessità. La compagnia è al comando di un ex ufficiale torinese degli alpini (già fascista), Carlo Penchienati, che verrà sospettato in seguito di essere un infiltrato. Nel febbraio del 1937 prende probabilmente parte alla Battaglia del Jarama (7-22 febbraio), cui segue un mese dopo la vittoriosa battaglia di Guadalajara (8-23 marzo) contro le quattro divisioni di Camicie Nere italiane del Ctv (Corpo truppe volontarie) inviate da Mussolini. All’inizio di maggio, con i superstiti della compagnia, entra a far parte della 12. Brigata Internazionale Garibald”. Combatte su tutti i fronti, da Huesca (Aragona) a metà giugno a Brunete (Castilla) a metà luglio. Successivamente combatte ancora in Aragona nel corso dell’autunno (Farlete e Fuentes del Ebro). Ferito in combattimento ad uno o più arti (data e località non note), al termine di una lunga degenza al centro di rieducazione di Mahora non è più ritenuto in grado di combattere. Dal gennaio del 1938 é a disposizione del Comando delle Brigate Internazionali, prima ad Albacete e poi a Barcelona (Catalogna). Dopo il ritiro dai fronti dei volontari internazionali, la loro smobilitazione e la caduta dei fronti catalani, ritorna in Francia ed il 14 febbraio é dalla sua famiglia a Vallauris. Poco dopo però viene internato nel Campo di San Cebriá de Rosselló/St. Cyprièn (Pirenei Orientali), lungo il litorale della Côte Vermeille. Iscritto nel Bollettino delle ricerche (Schedina n. 0511 del 3.7.1939), nella primavera del 1940 viene consegnato agli italiani della Commissione d’ Armistizio: avviato al rimpatrio, nell’ agosto 1940 é tradotto a Cuneo e incarcerato in Via Leutrum. Il 30 settembre la Commissione provinciale cuneese per il confino di polizia lo invia per 5 anni alle isole Tremiti. Vi arriva il 10 ottobre, fortemente debilitato per una grave forma di tubercolosi. Il 3 gennaio del ‘41 l’evidente aggravarsi delle sue condizioni ne suggerisce il trasferimento in ospedale a Foggia, ma è troppo tardi. Celestino Venturino si spegne il 9 marzo del 1941.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata a giugno 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, busta 5364, fascicolo 138014), Archivio Centrale dello Stato – Roma (Confinati politici, busta 1058), Archivio del Comune di San Michele Mondovì (CN)