Trenti Filippo di Antonio e Santini Assunta, nato il 17 agosto 1907 a Dro (Trento). Marinaio, antifascista. Terzo di cinque figli, frequenta le scuole dell’obbligo e poi inizia a lavorare come contadino, avvicinandosi fin da giovane al movimento dei lavoratori trentino. Nel giugno 1924 è denunciato per aver cantato con altri giovani davanti ad un’osteria l’ “Inno dei Lavoratori” e “Bandiera Rossa”. La condanna è estinta per amnistia. Ne febbraio 1925 si trasferisce in Argentina, dove è più volte aggredito dai fascisti locali. Minacciato di espulsione e traduzione in Italia, si imbarca come aiuto fuochista su una nave mercantile con la quale raggiunge l’Olanda. Soggetto alla chiamata di leva, decide il primo maggio 1930 di presentarsi al consolato italiano a Rotterdam che lo rimpatria nell’agosto dello stesso anno. Arruolato nell’esercito a Trento, è assegnato al 4. Reggimento del Genio di stanza a Verona, fino al congedo nel gennaio 1933. Torna allora ad imbarcarsi su mercantili greci, francesi e inglesi. Fra l’ottobre ed il novembre 1936 risulta imbarcato sul mercantile “Costantin Zappaterra” es altre navi ombra, addette ai rifornimenti dell'esercito repubblicano spagnolo. Nel 1939 raggiunge l’Algeria da dove è rimpatriato in Italia. Non viene perseguito perché le autorità non conoscono le attività di Trenti a supporto della Repubblica spagnola. Il primo maggio 1939, mentre si trova in un’osteria sotto un ritratto di Mussolini, Trenti pronuncia la frase:” Non bevo questo vino perché quel malfattore mi guarda”. Fermato e denunciato, è deferito alla Commissione Provinciale che il 3 giugno 1939, dopo 4 mesi di detenzione, lo assegna ad un anno di confino a Lagonegro (Potenza), dove rimane fino al 30 aprile 1940. Tornato in Trentino è richiamato alle armi e assegnato ad una compagnia di lavoro. Ammalatosi in Sicilia, è dichiarato inabile al servizio e congedato come rivedibile. Tornato in paese il 12 luglio 1940 sposa Cavagna Assunta. A fine gennaio 1943, è nuovamente richiamato nell’esercito e giudicato abile, è assegnato al 1. Reggimento del Genio di stanza a Torino, fino all’armistizio. Tornato ad Ala (Trento), partecipa marginalmente alla Resistenza catturando il 28 aprile 1945 due ufficiali tedeschi, consegnandoli al Comitato di Liberazione locale. Nell’ottobre 1955 torna ad emigrare in Brasile, Tornato in Italia in data imprecisata nel 1965 si risposa ad Ala con Speranza Carmela. Muore a Bolzano il 30 agosto 1978.