Toscano Salvatore, nato nel 1911. Presente in Spagna prima dell'ottobre 1936 ed inquadrato nella colonna Internazionale Lenin, organizzata dal POUM (Partido Obrero de Unificaciòn Marxista), piccolo partito comunista antistalinista, combatte sul fronte di Aragona. Dopo aver lasciato la colonna il 22 ottobre 1936 per una licenza, rientra a Marsiglia il 31 ottobre 1936. Poi ritorna in Spagna nel 1937 ed è adibito all'intendenza delle Brigate Internazionali ad Albacete. Trasferito in seguito a Castelldefels, adibito a prigione delle Brigate Internazionali, lavora dal 26 maggio 1938 nella segreteria della prigione e come responsabile del registro d’ingresso dei detenuti e della loro perquisizione. Nelle indagini compiute per conto del SIM (Servizio di Informazione Militare) da Giuseppe Marchetti sui maltrattamenti ricevuti dai detenuti della prigione, Toscano è indicato come uno dei fedelissimi del comandante Michel Lantez e direttamente coinvolto nel furto sistematico dei beni e vestiti dei detenuti all’atto dell’ingresso. Nell’inchiesta nega gli addebiti e si difende dicendo di aver dovuto ubbidire agli ordini di Lantez che minacciava altrimenti di imprigionarlo con gli altri detenuti. Non esita quindi a diventare il maggiore accusatore del suo superiore, descrivendo le violenze di Lantez sui detenuti, negando però di avervi preso parte. Non viene processato come corresponsabile e condannato a soli 25 giorni di detenzione a Castelldefels a partire dal 25 dicembre 1938 e ad una successiva espulsione dalla Spagna. Liberato in data ignota prima di avere scontato la pena per effetto del crollo del fronte catalano sotto l’offensiva franchista nel gennaio 1939, Toscano lascia la Spagna e se ne perdono le tracce.