Torelli Mentore di Giuseppe e Fornasari Maria, nato il 24 luglio 1880 a Villarotta di Luzzara (Reggio Emilia). Manovale, comunista. Combattente durante la prima guerra mondiale, espatria per ragioni politiche il 24 ottobre 1922. In Francia, Belgio e Lussemburgo, è attivo antifascista. Nell'aprile 1937 arriva in Spagna, all'età di cinquantasette anni, ed è assegnato ai servizi ausiliari delle milizie che combattono nel fronte dei Paesi Baschi. Nel 1937 su incarico del Partito Comunista asturiano accompagna a Parigi un volontario di Cremona, tale “Agostino”, rimasto cieco in un combattimento nelle Asturie. Imbarcatosi a Marsiglia per il ritorno, la nave su cui è imbarcato, “Ciudad de Barcelona”, viene silurata il 30 maggio 1937 ad opera di sottomarini italiani ed affonda di fronte a Marset del Mar, a 92 chilometri da Barcellona. Torelli è tra coloro che vengono salvati dai pescatori catalani che dalla costa assistono alla tragedia in cui affogheranno oltre cinquanta volontari internazionali, riuscendo a rientrare nella Brigata Garibaldi. E' assegnato alla compagnia di guardia della base di Albacete e poi ala Battaglione di Fortificazione della 45. Divisione Esce dalla Spagna nel febbraio del 1939 con i resti delle Brigate Internazionali e viene internato in un campo francese e successivamente a Gurs (Pirenei Orientali). Nel 1942 dopo l’occupazione della Francia dei tedeschi è estradato in Italia. Arrestato alla frontiera è tradotto a Reggio Emilia e deferito alla Commissione Provinciale che lo assegna a cinque anni di confino a Ventotene, dove rimane fino all'agosto 1943, quando viene liberato. Vive poi a Vigevano (Pavia) facendo il manovale fino alla Liberazione Tornato a Reggio Emilia riprende dopo la Liberazione l’attività politica nel Partito Comunista. Nel 1954, ormai a 74 anni, partecipando ad una manifestazione contro l’espulsione della Federazione Comunista dalla sede di Corso Cairoli, è violentemente bastonato nel corso di una carica della polizia. L’anno precedente aveva dettato il suo testamento dove indicava:” Io dispongo di una somma di 150.000 lire […] queta servirà per le spese funebri, le quali desidero siano svolte in forma civile con la musica e poco pompose, il restante di detta somma lo lascio al PCI. Desidero che i miei abiti più belli siano risparmiati per poi essere offerti a compagni bisognosi, perciò resta inteso, sia la cassa come i vestiti che mi seguiranno debbono essere i più scadenti.” Trascorre gli ultimi anni di vita presso l’Ospizio Comunale di Reggio Emilia, dove muore nel 1961.