Vannucci Gino, nato il 14 ottobre 1904 a Pennabilli (Pesaro e Urbino) nel 1904. Bracciante ed elettricista, comunista. Frequenta le scuole elementari e ben presto lavora come salariato agricolo. Secondo la polizia nell’immediato dopoguerra è un simpatizzante della Gioventù comunista. Nel 1920 espatria con la famiglia in Francia stabilendosi a Longwy (Meurthe-et-Moselle). Rientra in Italia per il servizio militare e poi si porta nuovamente in Francia stabilendosi a Longlaville (Meurthe-et-Moselle) e lavorando come elettricista ed aggiustatore meccanico presso le acciaierie locali e poi negli altiforni della Società Schiers. Con l'inizio degli anni trenta la polizia che già in Italia lo riteneva un simpatizzante comunista, inizia a sorvegliarlo, scoprendo che oltre ad appartenere al Soccorso Rosso è iscritto al Confederazione Generale del Lavoro. Nel 1935-36 appoggia il Fronte popolare ed è attivo nella propaganda politica-elettorale. Il primo aprile 1937 parte per la Spagna e si arruola il 7 aprile nella Artiglieria Internazionale, 2. Gruppo Skoda, batteria Gramsci. Destinato al fronte del Levante dopo il ritiro dei volontari internazionali, deciso dal governo repubblicano nel settembre 1938, è avviato al campo di smobilitazione di Puebla Larga (Valencia). Da qui raggiunge per nave gli altri volontari italiani che si trovano nel campo di Torellò in Catalogna. A seguito del crollo del fronte catalano, rientra in Francia ed è internato nei campi francesi tra cui Gurs nell'ottobre del 1939 e poi a Vernet d’Ariège. Da qui fa domanda di rimpatrio ed il 16 settembre 1941 è condotto al confine italiano e consegnato alla Polizia italiana che lo conduce a Pesaro. Durante l'interrogatorio alla questura di Pesaro non nega di aver combattuto in Spagna, ed è pertanto deferito alla Commissione Provinciale che lo assegna il 31 ottobre 1941 a cinque anni di confino da scontare a Ventotene. Liberato il 21 agosto 1943, muore il 15 novembre 1985 a Torriana (Rimini).