Tamburini Mario, di Alessandro e Perusco Francesca, nato il 14 ottobre 1917 a Pula/Pola. All’età di 16 anni entra nella Marina mercantile austro-ungarica, mentre dopo la prima guerra mondiale passa a quella italiana. Nel gennaio 1925 si trasferisce a Trieste, imbarcandosi subito su una nave greca. Raggiunge l’Unione Sovietica nel 1926, sbarcando ad Arcangelo sul Baltico. In Unione Sovietica si distingue per l’attività politica svolta sugli immigrati italiani. Nel 1935 si trova nei cantieri navali di Nicolajevk. Negli ultimi mesi del 1937 si porta in Spagna con modalità imprecisate e viene incorporato nella brigata Garibaldi in una unità non identificata. Secondo Giuseppe Marchetti Tamburini giunge in Spagna già nel 1936 e viene arruolato nella Centuria "Gastone Sozzi", aggregata alla Colonna “Libertad” del PSUC (Partito Socialista Unificato della Catalogna). In seguito passerebbe al Battaglione Garibaldi. Più volte soggetto a misure disciplinari in quanto aveva abbandonato la sua arma in Estremadura e poi di nuovo a Caspe, In ogni caso già a dicembre 1937 si trova in una compagnia di lavoro a Quintanar de la Republica. Assegnato in seguito ad un reparto di punizione per “avere per due volte abbandonato l’arma in battaglia, essere molto litigioso con i compagni e critico e insultante verso i superiori”, propone nella primavera del 1938, ad Alberto Colonna e Mario Bartano, una fuga per raggiungere Barcellona e poi tornare in Francia. Il piano prevede di fuggire armati di bombe ed impadronirsi con la forza di un mezzo di trasporto in grado di portarli a Barcellona. In alternativa secondo Tamburini camminando di notte per tre giorni si poteva raggiungere la città, dove sarebbe stato facile procurarsi abiti civili. Propone persino ai compagni di far saltare in aria con le bombe il Comando. Il tentativo è attuato da Tamburini e Colonna nella notte tra l’8 ed il 9 aprile 1938. Colonna però decide di denunciare il piano di Tamburini al suo ufficiale per cui poco fuori l’accampamento trovano appostata una pattuglia che li aspetta. Non avendo Tamburini obbedito all’alt è ucciso con tre pallottole all’1,30 di notte del 9 luglio 1939.