Barolo Domenico di Bartolomeo e Bonino Caterina nato a Ceresole d’Adda (Cuneo), in frazione Cappelli, il 12 luglio 1904, socialista. Di professione panettiere. Tornato alla vita civile dopo il servizio militare prestato nella Regia Guardia di Finanza, qualche tempo dopo riesce a espatriare clandestinamente in Francia nel corso del 1927. Conseguenza immediata del passaggio illegale frontiera, avvenuto probabilmente in prossimità del valico di San Dalmazzo di Tenda, é il suo inserimento in Rubrica di frontiera per l’arresto. Dopo aver vissuto piuttosto precariamente a Marsiglia (Bouches-du-Rhône), Barolo si trasferisce in cerca di lavoro a Brignoles (Var). Nella cittadina mineraria nell’entroterra di Tolone riesce a ottenere un primo lavoro e, cosa importantissima, un permesso temporaneo di soggiorno, anticamera della regolarizzazione. Di li a poco, purtroppo, sull’economia mondiale piomba la grande recessione del 1929, foriera di conseguenze tragiche per il destino di tanti lavoratori. Nel 1932 Domenico Barolo ha un recapito postale presso il Bar Marie di Brignoles e li attende una soluzione positiva alla sua pratica, ma già l’anno successivo deve trasferirsi ad Ajaccio in Corsica: é un cambiamento momentaneo, spera, quasi fisiologico in chi è in attesa di naturalizzazione e che in mancanza di documenti regolari passa da un permesso temporaneo all’altro. Nel biennio 1934-35 la situazione dell’occupazione peggiora e Barolo varca il Mediterraneo per approdare ad Orano, in Algeria: poco dopo viene segnalato alla base militare di Sidi–bel–Abbés, arruolato nel 1. Rgt. de la Légion Etrangère (CYM - matricola 27 492). Con ogni probabilità si tratta di un arruolamento forzato, subito per evitare una carcerazione dettata da circostanze che possono andare dalla inosservanza di successivi decreti di espulsione fino ad una difficile situazione debitoria: la Legione rappresentò in quegli anni l’ennesima scappatoia, per quanto pesante e rischiosa, al precariato e agli stenti dei disoccupati e di coloro che erano privi di documenti: il completamento della ferma, ancorché lunga e pericolosa assicurava però ai sopravvissuti tutti i vantaggi dell’esser riconosciuti cittadini francesi, a cominciare dai documenti e dalla possibilità di trovare lavoro. Stando a fonti consolari prive di conferma (non sappiamo se provenienti dal Regio Consolato d’Italia di Tolone o algerino), dal 5 marzo del ’38 é volontario in Spagna nelle file repubblicane, ma non è stato in alcun modo possibile trovare un minimo di documentazione: le sole sinteticissime conferme vengono dal suo nominativo che compare ripetutamente in elenchi di volontari italiani conservati nelle carte dell’archivio milanese dell’Aicvas. Il nome di Domenico Barolo compare anche in un ulteriore elenco di veterani delle Brigate Internazionali, stilato a Barcellona (Catalogna) nel maggio del 1938: ed è proprio questo ultimo elenco che prova inconfutabilmente come il nostro abbia fatto parte, sia pure per pochi mesi, della 12. Brigata Internazionale Garibaldi. Potrebbe esser arrivato in Spagna con uno degli ultimi tre o quattro scaglioni di volontari passati oltre i Pirenei dopo il disastro in Aragona nella primavera del 1938. L’unica notizia certa L’unica notizia successiva certa, è che, sopravvissuto alle guerre ed all’occupazione nazista. Dopo la Liberazione della Francia vive ad Ajaccio, dove muore il 4 dicembre del 1963.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata al febbraio 2017 realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio INSMLI – Milano (Fondo Aicvas),Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, busta 349