Puddu Enrico di Daniele e Mameli Rosa Maria, nato il primo 1 maggio 1907 a Gairo (Nuoro). Minatore, anarchico. Espatriato con la famiglia nel 1926 nel Principato di Monaco, passa successivamente in Francia, dove si avvicina agli ambienti anarchici. Nel gennaio 1930 è arrestato a Cannes con fratello Enrico, anche lui anarchico, accusati di aver commesso un attentato dinamitardo a Juan-les-Pins, vicino ad Antibes, contro la succursale di una banca. Nella perquisizione della loro casa vengono rinvenuti detonatori ed esplosivi. Il 30 ottobre 1930 è processato con suo fratello Angelo nel tribunale di Aix-en-Provence, e condannato a 2 anni di carcere e a 10 di interdizione in soggiorno obbligato per “occultamento di esplosivi e porto d'armi”. Nel 1931 i fratelli Puddu sono sospettati di un altro attentato esplosivo a Le Cannet (Alpi Marittime). Espulso dalla Francia il 17 aprile 1931, raggiunge il Belgio dove già si trova il fratello Paolo. Nei primi mesi del 1932 si trasferisce in Belgio, dove frequenta gli ambienti anarchici, ma viene espulso per i suoi precedenti. Nel 1935 si trova con il fratello a Valencia dove lavorano in una legatoria. Durante la guerra è consigliere nazionale della CNT, rimanedo lontano dal fronte per i suoi principi pacifisti . Dopo gli scontri di Barcellona del maggio 1937, che contrappongono il governo catalano agli anarchici ed la POUM (Partido Obrero de Unificaciòn Marxista) nella repressione successiva è arrestato e internato al campo d'Alcira nel Levante fino all’inizio del 1939. Abbandona la Spagna imbarcandosi il 19 gennaio 1939 su una nave francese diretta in Francia, dove viene internato nel campo di Argelès e successivamente in quello di Vernet d’Ariege. Dopo il crollo della Francia per l’offensiva italo-tedesca, viene tradotto in Italia nell’autunno del 1940. Arrestato alla frontiera e tradotto nelle carceri di Nuoro, viene interrogato il 16 settembre 1940. Si dichiara anarchico individualista e pacifista, contrario all'uso delle armi. Deferito alla Commissione Provinciale viene assegnato a 5 anni di confino a Ventotene. Il 28 ottobre 1940, nel carcere dove è in attesa di essere spedito al confino, inizia uno sciopero della fame per protestare contro i festeggiamenti per l'anniversario della marcia su Roma. Il 25 luglio nel 1943, alla caduta del fascismo è trasferito nel campo di Renicci d'Anghiari da cui evade dopo l'8 settembre. Dopo la II guerra mondiale aderisce al Partito Socialista Italiano. Emilio Lusso dichiarerà:" Se in ogni dieci paesi ci fossero persone determinate come i Puddu di Gairo, la sinistra avrebbe una facile vittoria nella nostra isola".