Usaj Cirillo di Valentino e Velikonia Maria, nato il 5 aprile 1908 a Tolmin/Tolmino (Slovenia). Commesso di negozio, muratore, comunista. Frequenta la scuola elementare. Compie il servizio militare in Italia per 16 mesi raggiungendo il grado di sergente. Attivo nel primo dopoguerra nell'Isontino, membro della Gioventù Comunista dal 1926, nel 1929, al momento del servizio militare, espatria in Jugoslavia col fratello Venceslao e l’amico Carlo Zitter, raggiungendo poi Vienna e infine Parigi. Iscritto alla CGT ed al Soccorso Rosso dal 1930. In Francia prosegue la sua attività politica e, arrestato, resta in carcere dal 4 aprile al 31 giugno 1931. Nel 1934 entra nel Partito Comunista. Espulso dalla Francia, da Parigi alla fine di settembre del 1935 attraversando la Germania e la Polonia si reca in Unione Sovietica. Lì è incluso in un gruppo di compagni che devono studiare all’Università delle minoranze nazionali dell’occidente. E’ assegnato al gruppo nazionale jugoslavo insieme a Romano Marvin e molti altri che saranno poi volontari in Spagna. Successivamente viene selezionato per frequentare la scuola leninista nel gruppo italiano. Nel 29 maggio 1937 parte per la Spagna, insieme ad Alessandro Vaia (che sarà comandante della Brigata Garibaldi) e Albino Vodopitec raggiungendo Parigi via Helsinki, Stoccolma, Copenhaghen e Anversa. Da Parigi è trasferito con molti altri volontari al porto di Sete, nel golfo del Leone. Imbarcati di notte all’arrivo sono trasferiti a Figueras. Giunto ad Albacete Usaj è assegnato inizialmente all’artiglieria spagnola e poi al 2. Gruppo Skoda della batteria Gramsci appartenente alla 45. Divisione, col grado di tenente. Combatte inizialmente nella zona di Alcaniz in Aragona. Successivamente viene nominato commissario della batteria, che guida nel corso del 1938 sui fronti del Centro e del Levante nella difesa di Valencia. Al ritiro dei volontari internazionali, deciso dal governo repubblicano nel settembre 1938, Usaj rimane bloccato nel Levante, nel campo di smobilitazione di Pebla larga (Valencia), poiché la zona repubblicana è stata divisa in due dall’avanzata franchista. Nel gennaio 1939 i volontari smobilitati vengono trasferiti via mare in Catalogna e si uniscono nel campo di Torellò al gruppo di seicento italiani in attesa di istruzioni per ritirarsi verso la Francia. Dopo aver atteso inutilmente ordini, a fronte dell’avanzata franchista, il gruppo si muove autonomamente. Viene raggiunto da Andrè Marty che secondo i ricordi di Usaj e di altri, accusa gli italiani di codardia. Finalmente uscito dalla Spagna, nel febbraio 1939, Usaj è internato ad Argelès e poi a Gurs. Nel campo dichiara di conoscere oltre all'italiano, le seguenti lingue, jugoslavo, francese, russo e spagnolo. Durante la seconda guerra mondiale è partigiano con i FTP, e partecipa alla liberazione di Parigi come commissario di compagnia. Nell'aprile 1945 si porta in Italia e prende parte alla Liberazione di Torino. Nel dopoguerra si trasferisce a Capodistria dove muore nel 1996.