Pini Carlo di Giuseppe e Granelli Carolina, nato il 10 luglio 1901 a Voghera (Pavia). Falegname, anarchico. In gioventù conosce Aldo Aguzzi, esponente di rilievo dell’anarchismo vogherese. Nel 1923, dopo aver compito il servizio di leva presso i Carabinieri al congedo a luglio, emigra in Francia, stabilendosi a Pont-à-Mousson (Meuthe et Garonne) e poi ad Antibes (Provenza). Lì a partire dal 1929 prende contatto con le organizzazioni anarchiche, proseguendo l’attività politica. Il 28 gennaio 1930 viene scoperto dalla polizia di Antibes con documenti falsi ed e espulso dalla Francia il 14 ottobre 1931. In Italia viene iscritto nel Bollettino delle Ricerche e nella Rubrica di Frontiera come “anarchico da perquisire, vigilare e segnalare”. Si sposta in Spagna a fine ottobre 1931 con due compagni e con passaporto ottenuto dal consolato di Nizza, stabilendosi a Barcellona, dove frequenta i ritrovi anarchici. Per mantenersi fabbrica statuette di gesso, alloggiando sopra il laboratorio. In quel periodo si lega ad una attrice cinematografica spagnola, Edelmira Penalba Martì, e ha una figlia, Amparo (la seconda figlia nascerà nel 1937). Nel settembre 1935 si presenta al consolato italiano di Barcellona e fa richiesta di essere arruolato per L’Africa Orientale. Dopo qualche perplessità legata ai suoi precedenti politici, viene accettato ottenendo un sussidio in denaro, ma al momento della partenza per l’Italia il 22 novembre 1935, non si presenta all’imbarco sulla nave “Orazio”. Ha deciso di rimanere a Barcellona e riprende le frequentazioni degli antifascisti nel Caffè Gal. Allo scoppio della guerra civile il 18 luglio 1936, si arruola nelle milizie del Partido Obrero de Unificaciòn Marxista (POUM), un piccolo partito comunista dissidente di tendenza trotskista. E’ tra i primi a recarsi al fronte a luglio stabilendosi a Luciñena (Saragozza), combattendo poi ad Alcalà del Obispo, sul fronte di Huesca. Viene ferito alla testa nell’ottobre 1936 e ricoverato in un ospedale del POUM. Partecipa ai moti di piazza che dal 3 al 7 maggio 1937 contrappongono il POUM e gli anarchici al governo autonomo catalano (Generalitat), durante i quali verrà assassinato Camillo Berneri. Al termine degli scontri, che vedono la totale vittoria del governo, inizia una pesante repressione che vede lo scioglimento del POUM dopo essere stato dichiarato illegale e l’arresto di molti dei suoi militanti. Pini sfugge alla repressione, iscrivendosi al Partito Socialista ed alla LIDU, ed arruolandosi nel battaglione "de la Muerte", un reparto comandato dall’italo-argentino Candido Testa e successivamente da Francesco Saverio Nitti, prestando servizio a Barcellona e poi a Novales (Huesca). Il reparto, dopo un pessimo comportamento in battaglia, diventa il 3. Battaglione della 153. Brigata Mista di stanza a Binefar (Aragona) . Pini continua però ad essere sulla “lista nera” della polizia repubblicana e nell’aprile del 1938 viene arrestato per “attività contraria alla Repubblica” e detenuto sulla nave-prigione “Uruguay”, nel castello di Montjuic ed infine nella prigione Modelo di Barcellona. Nel gennaio 1939 alla vigilia della caduta della città sotto l’offensiva franchista, Pini nella confusione generale riesce ad evadere, ma dieci giorni dopo viene arrestato dalla polizia franchista che lo riporta nella “Modelo”. Accusato di essere un maggiore dell’esercito, viene condannato dal tribunale di Valencia inizialmente a 20 anni di carcere. Non vi sono notizie dopo il 1939.