Piccoli Gedeone di Emiliano e Garbari Olinda, nato il 18 dicembre 1905 a Vezzano (Trento). Meccanico tornitore, minatore, comunista. Dopo aver frequentato la scuola elementare, esentato per motivi di famiglia dal servizio militare e non trovando lavoro, nel 1924, a 19 anni. emigra in Francia insieme al suo amico Salvatore Tozzi. Si stabilisce ad Algrange (Mosella) e occupato nelle miniere esercita anche attività agonistica come ciclista. Negli anni seguenti si avvicina alle organizzazioni del movimento operaio, iscrivendosi nel 1927 al Partito Comunista d’Italia e svolgendo attiva propaganda. La polizia nel 1930 lo arresta ed espelle dal paese, per cui passa in Lussemburgo, ad Esch-sur-Alzette, dove conosce “Elio Sossi”, in realtà Angelo Bizzari di Arezzo, con il quale condividerà tutta la sua avventura antifascista e di combattente in Spagna. In Italia è iscritto nella Rubrica di Frontiera come comunista da perquisire e vigilare. Nel 1933 è di nuovo in Francia ad Audun-le-Tiche a lavorare nelle miniere di Mount Rouge. Nel 1934 è inviato a Mosca, assumendo il nome di “Gino Tosi” e frequenta la scuola leninista di formazione politica. Entra allora a far parte del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, Dopo un anno di corso politico Piccoli si trasferisce a Rostov come tornitore in una fabbrica di macchine agricole, dove si distingue come premiato stakanovista. Incontra una giovane ragazza russa, Sciura, la sposa e poi nascerà il figlio Elio. Piccoli studia accanitamente il russo e ottenuta la cittadinanza sovietica, si arruola nell’esercito, da cui esce tenente comandante una sezione di carri armati. Nel 1936 scoppia la guerra in Spagna. L’URSS fra i sostegni militari invia al governo repubblicano anche formazioni di carri armati con istruttori (in realtà anche equipaggi) sovietici. Piccoli aveva subito fatto domanda per essere inviato in Spagna come volontario. Nel 1937 il permesso viene accordato e gli viene trasmesso anche un caldo saluto di Palmiro Togliatti. Da Leningrado, a bordo della nave francese “Gran Bretagna”, parte con il suo amico e compagno Ange4lo Bizzarri. Dopo alcuni contatti col centro di reclutamento volontari a Parigi, parte per la Spagna e per traversare i Pirenei impiega quaranta ore a piedi. Giunto il 23 agosto 1937, è subito arruolato come tenente amministratore di una squadra carrista formata da cinque carri. Poi per il suo coraggio e iniziativa è nominato responsabile del vettovagliamento di tutta la formazione. Il suo battesimo di fuoco è alle porte di Saragozza, poi partecipa alle operazioni di Fuentes de Ebro. Il suo amico Bizzarri presente nella stessa battaglia così ricorda Piccoli: “per lui non esistevano ostacoli e […] dove arrivavano i carri armati, là arrivava Piccoli col suo camion pieno di termos, col rancio per tutti gli effettivi della nostra brigata. Sfidava aviazione, artiglieria, ma il rancio doveva arrivare dovunque, a qualsiasi costo.” Nella battaglia di Teruel il 15 dicembre 1937, sotto la neve e con una temperatura sottozero, il suo reparto si trova senza viveri in quanto una bomba ha fatto saltare le cucine. Piccoli non esita, prende un camion e torna con i rifornimenti in mezzo a mille pericoli, le bombe dell’aviazione e l’artiglieria fascista. Per il coraggio dimostrato viene decorato dal governo sovietico con la Stella Rossa. Nel 1938 si iscrive al Partito Comunista spagnolo. A marzo-aprile 1938, partecipa alla disastrosa ritirata in Aragona, seguita alla caduta di Teruel, che porta alla divisione in due del territorio repubblicano. Nell’estate 1938 partecipa con ogni probabilità anche all’ultima offensiva repubblicana sull’Ebro. A seguito del ritiro dei volontari internazionali, deciso dal governo repubblicano nel settembre 1938, Piccoli è aggregato ai reduci della Brigata Garibaldi nel campo di smobilitazione di Torellò (Gerona). Al crollo del fronte catalano nel gennaio 1939, riprende le armi e combatte ancora, con l’amico Sossi, per rallentare l’avanzata dei franchisti e proteggere l’esodo di centinaia di migliaia di civili verso la Francia. Uscito dalla Spagna nel febbraio 1939, è internato nel campo di Argelès-sur-Mer. Poi è trasferito prima a Saint-Cyprièn e poi a Gurs. Nel marzo-aprile 1939, evade del campo e si porta a Parigi, dove è raggiunto da Bizzarri anche lui evaso. Il 7 aprile 1939 si imbarcano a Le Havre sulla nave “Smolnyj” che li riporta a Leningrado. Piccoli si stabilisce a Rostov dove riabbraccia la famiglia e conosce il figlio Elio, tornando a fare l’operaio. All'invasione tedesca dell'Unione Sovietica nel giugno 1941, si arruola nell'Armata Rossa e cade, nel giugno-luglio, combattendo contro i nazisti sul fronte del Don. La moglie muore poco dopo ed il figlio Elio sarà cresciuto dalla nonna paterna. La morte di Piccoli sarà conosciuta in Italia solo il 7 settembre 1975 da una lettera del figlio Elio su “L’Unità” in cui cercava parenti e compagni di battaglia del padre.

Annotazioni: Profilo biografico basato sulla schede biografiche di Enzo Ianes e Lorenzo Vicentini in Un alba sorgerà, vedi bibliografia e di Sandro Schmid in Antifascisti trentini nella Guerra di Spagna, vedi bibliografia.