Piantà Alfredo Teobaldo di Bartolomeo e Monchiero Anna nato il 29 novembre 1907 a Castiglione Falletto (Cuneo), in Regione Bricco. Contadino anarchico. Espatriato clandestinamente in Francia nel 1924 ancora adolescente si stabilisce in Costa Azzurra, alle Terme di Mandelieu-la-Napoule (Alpes-Maritimes), dove trova lavoro come giardiniere e successivamente, in proprio, come floricoltore. Ben presto attivo nel movimento anarchico transalpino, in ragione di detta attività e della clandestinità dell’espatrio non tarda ad essere iscritto in Rubrica di frontiera per l’arresto. Anni dopo, all’inizio di agosto del 1936, è fra i primi antifascisti italiani ad accorrere volontario nella Spagna repubblicana poco dopo lo scoppio della guerra civile. L’ 11 agosto lo vede già arruolato nella Sezione Italiana di Carlo Rosselli e Camillo Berneri, inserito in una grande unità anarco-sindacalista della CNT-FAI, la Colonna intitolata a Francisco Ascaso (caduto combattendo nelle giornate di luglio a Barcellona) e destinata ad operare sul fronte di Aragona. Impegnato in combattimento ad Almudevar e a Carrascal di Huesca, l’11 settembre del 1936 è gravemente ferito alla testa sulla quota di Monte Pelato. Ricoverato in ospedale, vi si ammala anche di tifo e deve essere trasferito con estrema urgenza alla clinica delle malattie infettive di Lerida (Catalogna). Di fatto inabile per il fronte, alla fine di aprile del 1937 è costretto a lasciare la Spagna per proseguire in Francia le necessarie terapie. Munito di un lasciapassare rilasciatogli dalla Delegación Especial del Gobierno de la Repùblica en Cataluña, dopo le prime cure specialistiche cerca di rientrare in Spagna ma il tentativo è vanificato dalla gravita delle sue condizioni di salute, che richiedono ben più lunga convalescenza ed ulteriori cure, sicché deve lasciare definitivamente la Spagna nell’autunno 1937 e ritornare malinconicamente a Mandelieu. Nel frattempo, giunta a conoscenza della sua presenza in Spagna, la polizia del regime lo iscrive anche nel Bollettino delle ricerche-Supplemento sovversivi (schedina n°01253/37). Dopo l’inizio della II Guerra mondiale e l’occupazione italiana della Provenza riesce a vivere indisturbato per qualche tempo, ma nel corso del 1940, arrestato in quanto straniero indesiderato e viene internato nel duro campo del Vernet d’ Ariège dove rimane fino al 22 dicembre 1942, quando viene avviato al rimpatrio. Formalizzato il suo arresto al valico frontaliero di Mentone/Pont St. Louis Piantà viene incarcerato successivamente a Ventimiglia, a Porto Maurizio (Imperia) ed a Savona. Tradotto a Cuneo, è incarcerato nella prigione di Via Leutrum. Il 22 febbraio del 1943 la Commissione provinciale cuneese per il Confino di polizia lo destina per 3 anni nell’isola pontina di Ventotene. Arrivatovi il 2 marzo del 1943, poco dopo la caduta del fascismo viene liberato (il 10 agosto) e pochi giorni dopo può far ritorno a Barolo, paese d’origine dei genitori. Dal tardo autunno del 1943 è partigiano, col nome di battaglia di “Vicco”. Fa parte di uno dei primi distaccamenti garibaldini delle Langhe, poi diventato Brigata Garibaldi Capriolo e infine 48. Brigata Garibaldi “Dante Di Nanni”, nella 14. Divisione Garibaldi Langhe “Luigi Capriolo”. A inizio luglio del 1944 partecipa alla clamorosa azione che porta alla liberazione di alcune centinaia di prigionieri politici del penitenziario di Fossano, in gran parte maquisards francesi appartenenti a formazioni FTP (Francs-Tireurs-et-Partisans) organizzate dal PCF (Parti Communiste Français). Processati e condannati a pesanti pene detentive dal Tribunale Militare della 4. Armata di stanza a Breil-sur-Roya, con loro v’era anche il comunista libertario ossolano Alberto Beccaro, già combattente di Spagna, in carcere poiché accusato (e condannato) ad una dura pena per spionaggio. La maggioranza dei francesi e Beccaro si aggregano alle formazioni garibaldine delle Langhe. Dopo la Liberazione Alfredo Piantà torna definitivamente a Mandelieu-les-Thermes e alla professione di giardiniere-floricultore, che continuerà fino alla pensione. Muore il 4 luglio del 1996, annegato nel mare di La Napoule-plage, dove durante la bella stagione era solito fare il bagno di buonora, quasi ogni mattina. E’ sepolto nel cimitero di Barolo.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata ad aprile 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio INSMLI – Milano (Fondo Aicvas, fascicolo 29), Archivio Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in Cuneo e provincia, Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, busta 3930, fascicolo 126938), Archivio Centrale dello Stato – Roma (Confinati Politici, busta 790), Archives Départementales de l’Ariège – Foix (F), Archivio Istituto Storico Regionale “Parri” – Bologna, Archivio Famiglia Berneri – Aurelio Chessa/Reggio Emilia , Archivio Tobia Imperato – Torino (video-intervista ad Alfredo Piantà e Aldo Demi), =Testimonianza del compagno Bartolo Mascarello - Barolo