Pialorsi Giacomo di Benedetto e Bonetti Pompea, nasce a Levrange di Pertica Bassa (Brescia) l'11 luglio del 1899. È segnalato come antifascista. Frequenta fino alla III classe elementare. Chiamato alle armi nel giugno del 1917, partecipa al primo conflitto mondiale inquadrato nel I° Reggimento fanteria della Brigata Re. Ferito da una pallottola sul monte Tomba (Piave) il 22 ottobre del 1918, viene congedato nel settembre dell'anno successivo. Nel 1921 espatria clandestinamente da Mentone e raggiunge la Francia per ragioni di lavoro, stabilendosi prima a Nizza e quindi a Grenoble. Qui esercita il mestiere di pittore decoratore. Rientra in Italia nel 1924 per trasferirsi nuovamente nel Paese d' oltralpe alla fine dello stesso anno. Iscritto nella rubrica di frontiera, nel dicembre del 1936 parte da Nizza alla volta della Spagna con un gruppo di volontari, e da Perpignano raggiunge Albacete. È aggregato al servizio sanitario della XII Brigata internazionale a Murcia, mentre nel marzo del 1937 fa parte di una compagnia adibita ad erigere fortificazioni nei pressi di Barcellona. Nella primavera 1937 è arrestato mentre si aggira a Barcellona con un permesso di convalescenza di 10 giorni e detenuto nella prigione Modelo. Si giustifica dicendo che si era recato al consolato francese e poi in quello argentino per chiedere se era possibile ottenere documenti per trascorrere la sua licenza in Francia. Trascorre quasi un anno in carcere, malgrado Pialorsi chieda l’8 aprile 1938 in una lettera a Giovanni Favetto, funzionario delle Brigate Internazionali, di poter riunirsi alle truppe al fronte, nell'agosto del 1938 viene decisa la sua espulsione dal territorio della Repubblica. Ritornato a Nizza, dopo l’occupazione della Francia da parte dei tedeschi, nel marzo 1942 scrive una lettera a Mussolini, chiedendo di potersi arruolare volontario al rientro in patria. Tale atto dimostrerebbe che il Nostro stesse attraversando un momento di smarrimento, piuttosto che un travagliato ravvedimento politico. Nel novembre del 1942 è tradotto in Italia. Arrestato alla frontiera, il 23 dicembre la Commissione provinciale di Brescia lo assegna al confino per tre anni da scontarsi a Ventotene (Littoria) in quanto "combattente antifranchista in Spagna". È liberato il 22 agosto del 1943. Muore a Pollone (Biella) il 30 settembre del 1960.

Annotazioni: Scheda biografica basata sulle informazioni di Roberto Cucchini per il volume I soldati della buona ventura: militanti antifascisti bresciani nella guerra civile spagnola (1936-1939) 2. ed. riveduta e aggiornata. - Rudiano (Bs): GAM, 2011 [ISBN] 978-88-89044-56-8 sulla base delle seguenti fonti: ACS, Mi, DGPS, cpc, b. 3925, fasc. 123344; AICVAS, La Spagna nel nostro cuore, cit., p. 36; A. Dal Pont, S. Carolini, L\\\'Italia al confino, Vol, I, cit., p. 189; D. Morelli. Antifascisti bresciani nel casellario politico centrale, cit, n. 26, 1995. ad nomen; A.a.V v., Antifascisti nel Casellario politico centrale, cit. n. 13, ad nomen; Archivio AICVAS, Milano, scheda ad nomen.