Sartoris Camillo di Stefano e Fenoglio Adalgisa, nato a Torino il 13 aprile 1901, anarchico in gioventù iscritto al Circolo socialista Spartaco. Di professione meccanico. Nel biennio rosso durante la occupazione delle fabbriche, fece parte delle guardie rosse che avevano organizzato la difesa armata dello stabilimento Tedeschi. Dopo la fine dell’occupazione riesce ad espatriare in Francia (modalità non note, probabilmente in modo clandestino), ma rientra a Torino nel novembre 1920, quando inizia ad avvicinarsi alle posizioni anarchiche. Nel gennaio del 1922 viene arrestato per il porto abusivo di due rivoltelle, un pugnale triangolare e due grimaldelli. Condannato a 5 mesi di reclusione sconta la pena ed espatria clandestinamente in Francia nell’ottobre dello stesso anno. Si stabilisce a Parigi al 29 di rue Ernest Mayer, ma viene raggiunto da decreto di espulsione, poiché privo di documenti regolari. Dopo aver indugiato nel limbo della illegalità per un certo periodo di tempo, si trasferisce in Belgio nell’ottobre del 1925, un po’ a Liegi e poi a Bruxelles in Chaussée d’Anvers n° 347. Dopo un breve rimpatrio nel corso del 1926 (e una nuova condanna per detenzione di armi), l’anno successivo ritorna in Belgio dove convive con una compagna, Rosa Ortòre nata a Campiglia Soana (To), sorella dell’anarchico Vittorio (che cadrà in Spagna). Dopo ulteriori cambi di domicilio si ferma definitivamente nella capitale belga. Frequenta in modo assiduo la Casa del Popolo di Bruxelles, dove si incontra con diversi fuorusciti anarchici, tra i quali il torinese Ernesto Bruna, definito dalla polizia del regime un inseparabile compagno di imprese la-dresche. Nella capitale belga Sartoris gestisce una piccola ma qualificata officina meccanica capace anche della produzione e della rettifica di parti di armi. Da anni fa parte di una banda di espropriatori libertari (scassinatori di casseforti secondo la polizia francese), dediti a furti in grande stile per finanziare il movimento anarchico. Nell’estate del 1936, dopo l’inizio della guerra civile spagnola, si occupa alacremente della spedizione di armi da Bruxelles a favore delle milizie anarchiche. E’ segnalato a sua volta in Spagna dal gennaio 1937, non sappiamo se in qualità di combattente stabile o come vettore di mitragliatrici, fucili e proiettili per le milizie anarco – sindacaliste impegnate sul fronte di Huesca. Nel corso dello stesso anno, probabilmente dopo i sanguinosi scontri contro i governativi comunisti di inizio maggio a Barcelona, valica la frontiera con la Francia per poi ritornare ancora in Belgio: ne viene espulso nel corso del 1938 ma vi rientra clandestinamente. L’anno seguente viene arrestato: deve scontare 3 mesi di reclusione per infrazione al decreto d’espulsione. Dopo un succedersi di rientri in Belgio, altri arresti e nuove espulsioni Sartoris, ormai privo di legami affettivi (la sua compagna era morta nel 1934), lascia definitivamente il paese. l 29 marzo del 1940 viene fermato al valico di Bardonecchia, mentre tenta di rientrare in Italia. Tradotto a Torino, la Commissione provinciale per il confino di polizia lo assegna a 5 anni di confino a Ventotene, per attività antifascista all’estero e quale sospetto antifranchista. Nel corso di tutti gli interrogatori subiti nega però di aver combattuto in Spagna. Tre anni dopo, all’inizio di agosto del ‘43 riesce a fuggire durante il trasferimento alla colonia con-finaria di Renicci di Anghiari: é l’ultima notizia nota su Camillo Sartoris, letteralmente scomparso e di cui nessuno sembra conoscere data, luogo e circostanze di morte.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata aa aprile 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, busta 4621, fascicolo 20997), Archivio Centrale dello Stato – Roma (Confinati Politici, busta 917), Archivio Centrale dello Stato – Roma (Polizia Politica, busta 1215), Archivio di Stato Civile – Comune di Torino