Santacesaria Eugenio di Vito e Semeraro Addolorata, nato il primo giugno 1897 a Mesagne (Brindisi). Tipografo, elettricista, socialista. Frequenta le scuole elementari e la prima classe dell’Istituto Tecnico. Durante la prima guerra mondiale, è arruolato nella Marina Militare, ed imbarcato sulla nave “Pisa”. Finita la guerra, nel 1920 milita nelle fila del movimento dei combattenti e forse partecipa alla fase costitutiva del partito fascista di Mesagne. Poi si dopo dissapori con i suoi capi e un alterco nella sede del fascio di Mesagne, si iscrive al Partito Socialista Unitario, dove inizia ad operare a favore di operai e contadini. Partecipa a tutte le manifestazioni sovversive fino al 1923. Nel 1924 è fermato a Lecce dalla polizia in occasione di un convegno provinciale di segretari socialisti. Santacesaria, militante socialista, è ritenuto dalla polizia “di carattere vivace, piuttosto violento, però ha discreta istruzione ed è anche intelligente”. Insieme ad altri socialisti mesagnesi si distingue nell’assalto e nella distruzione della sezione mesagnese del Partito Nazionale Fascista per reagire ad analoga aggressione verso la locale Camera del Lavoro. Per sfuggire alle persecuzioni, nel 1926 ripara in Francia dove lo troviamo insieme al cugino Sante Semeraro, figlio di un fratello della madre. Entrambi sono militanti del Partito Socialista Unitario, particolarmente attivi nel movimento dei fuoriusciti politici e degli emigranti. Santacesaria, per mantenersi, lavora come operaio elettricista. Per sfuggire al controllo delle spie dell’Ovra e della polizia politica, assume le generalità di Mario Carloni. Successivamente è anche in Lussemburgo e nella Saar, continuando a svolgere attività antifascista. Nel 1933 rientra in Francia e nel 1934 compie una visita in Unione Sovietica, aderendo poi al Partito Comunista. In Italia è inserito nel Bollettino delle Ricerche e nella Rubrica di Frontiera. Allo scoppio della guerra civile in Spagna è attivo insieme a Giuseppe Di Vittorio ad organizzare il sostegno del passaggio dei volontari nelle Brigate Internazionali. Nel gennaio 1937 si arruola lui stesso nella compagnia italiana del Battaglione Dimitrov (XV Brigata Internazionale), come commissario politico di sezione. Cade il 12 febbraio 1937 a Morata de Tajuña. La notizia della sua morte corredata da fotografia è pubblicata dal "Grido del Popolo" del 7 marzo 1937. Il 15 marzo Radio Barcellona nella trasmissione in lingua italiana comunica nel notiziario serale:”… E’ morto in questi ultimi giorni il grande eroe Carloni. Egli era il servo fedele al servizio del partito comunista italiano. Nel 1920 allorché cessò di prestare il servizio militare in marina, fu tra i primi a iscriversi nelle file fasciste allorché si accorse dei soprusi e delle angherie dei capi si ribellò ad essi e dopo avere messo a soqquadro la sede del Fascio di Mesagne, passò a far parte del partito socialista per poi passare più tardi nelle nostre file che per il suo modo di fare seppe ben presto farsi ammirare ed apprezzare dai comandanti. Carloni non è più. Egli si è sacrificato per una causa comune per la lotta della libertà contro l’oppressore fascista.” Il 30 marzo invece il Ministero degli Interni comunica la morte dell’antifascista mesagnese al Prefetto di Brindisi, riportando integralmente la comunicazione ricevuta dall’Ambasciata d’Italia a Parigi: “Si ha il pregio di comunicare che il nominato soggetto è rimasto ucciso in Spagna combattendo a fianco delle truppe del governo comunista. Il Santacesaria faceva parte del battaglione Garibaldi”. È citato fra i caduti nel libro "Garibaldini in Ispagna", pubblicato nel 1937 dal Commissariato delle Brigate Internazionali, e nei "Quaderni Italiani" con il falso nome da lui utilizzato nell'emigrazione, "Mario Carloni".