Sani Ricciotti di Giovanni, nato il 27 ottobre 1914 a Vinci (Firenze). Vetraio, sarto, comunista. Risiede a Firenze dove completa le scuole elementari. Di famiglia sovversiva, il padre è un contadino, subisce arresti e persecuzioni. Inizia a lavorare come operaio in una vetreria, poi come sarto in una bottega. Nel 1931 si iscrive al Partito Comunista d’Italia ed è segretario del Comitato di Empoli della Gioventù Comunista. Nel maggio 1932 è arrestato mentre tenta di fuggire a Parigi. Nel 1933 subisce una ammonizione. Fuggito in clandestinamente in Svizzera è arrestato, espulso e restituito all’Italia dove viene condannato nel giugno 1936 a 3 mesi di arresto per tentato espatrio clandestino. Nel febbraio 1937 emigra clandestinamente in Francia con l’aiuto del Partito Comunista. In Francia vive qualche mese a Parigi, non potendo lavorare per mancanza di documenti. Raggiunge la Spagna il 2 aprile 1937 e viene arruolato il 7 aprile nella brigata Garibaldi, inquadrato nel 4. Battaglione, 4. Compagnia. Frequenta la scuola sottoufficiali di Pozorrubio diventando sergente, poi Commissario Politico di compagnia ed infine tenente comandante di compagnia. In occasione della sua nomina il giornale in spagnolo “El Garibaldino” pubblica una intervista a lui realizzata da J. Roldàn Estrada dal titolo “Un luchador: Sani” dove racconta le sue esperienze prima e durante la guerra in Spagna (RGASPI F. 545, Op. 3, D. 192). Combatte sui fronti di Fuentes de Ebro, Estremadura, Caspe e dell'Ebro. Ferito su quest'ultimo fronte e malato di tubercolosi, viene ricoverato in ospedale a Torellò, ma al crollo del fronte catalano nel gennaio 1938, ne esce per partecipare all'ultima difesa di Barcellona nella ricostituita XV Brigata Internazionale. Cita tra i caduti dell'Ebro il compagno Ugo Muccini. Passato in Francia nel febbraio 1939, viene internato a St. Cyprien e Gurs (Sezione G, gruppo italiano, nona compagnia. Deferito in contumacia nel 1938 al Tribunale Speciale di Napoli per organizzazione comunista, la sua posizione viene stralciata in quanto latitante. Nel marzo 1941 evade dal campo e si porta a Parigi, dove trova lavoro presso le truppe di occupazione tedesche come sarto. Riportato in Italia è arrestato alla frontiera nell’agosto 1941 e rimesso in libertà si rende irreperibile, rientrando poi in Francia per unirsi alla Resistenza. Trattenuto nelle carceri di Frenes (Val de Marne) dall’ottobre al dicembre 1942. Rientrato in Italia nell’agosto 1943 è responsabile ad Empoli del Direttivo Militare insieme a Pietro Lari, Aureliano Santini e Vasco Matteoli. E’ partigiano della Brigata d'assalto Antonio Gramsci e nella Divisione Cremona è responsabile del coordinamento dei GAP. Dopo la Liberazione è dirigente politico del PCI. Nel 1951 è nel Consiglio Comunale di Empoli e nel direttivo locale dell’ANPI, Nel 1962 è impiegato nella CGIL.