Panza Anselmo, di Benvenuto e Trentini Cesira, nato il 23 gennaio 1895 a San Benedetto Po (Mantova). Commerciante, comunista. È uno dei più attivi partecipanti alle giornate rosse di Mantova del 3-5 dicembre 1919, in seguito alle quali viene condannato nel 1920 ad un anno, un mese e quindici giorni di reclusione. Per evitare il carcere, espatria clandestinamente in Francia. Successivamente la pena viene amnistiata. Nel febbraio del 1925 gestisce un piccolo negozio di alimentari a Mentone, che fallisce due anni dopo. Rientrato in seguito in Italia, nel 1927 vive a Perugia, ma quattro anni dopo ritorna di nuovo con regolare passaporto in Francia, nella zona parigina. Da qui parte per la Spagna in data sconosciuta. Si arruola nel 3. battaglione della brigata Garibaldi col grado di caporale. In Italia viene iscritto sul Bollettino delle Ricerche e sulla Rubrica di Frontiera per il provvedimento dell’arresto. Una sua lettera dal fronte viene pubblicata sulla "Voce degli Italiani " il 2 giugno 1938 in cui racconta le sue esperienze di trincea e la speranza di rivedere a sua bambina. Tra l’altro scrive: ”Nelle trincee abbiamo, ogni tanto, la visita di qualche delegazione. Vi dirò che una delle più gradite è stata quella delle ragazze catalane, venute a portarci, proprio in trincea, l’espressione della loro gratitudine. Abbiamo risposto che non combattiamo solo per il popolo spagnolo, ma anche per il nostro. Queste manifestazioni sono la prova dell’unione tra combattenti e popolazione che esiste oggi in tutto il territorio della Spagna repubblicana. Ed è in questa unione la garanzia della vittoria. Vittoria nella quale noi non solo speriamo, crediamo. Io vorrei finirla al più presto con questa guerra. Ho la mia bambina che mi aspetta, la sua visione mi sta sempre davanti agli occhi e come sarà bello abbracciarla vittorioso.” Nel reparto è animatore dell’Angolo Culturale. Cade il 9 settembre 1938 durante l’ultima offensiva repubblicana sull'Ebro.