Palamini Giacomo di Luigi e Cossali Alessandra nato a Parre (Bergamo) il 6 gennaio 1902, socialista. Non presta servizio militare in quanto il fratello è un mutilato di guerra. Di professione terrazziere, emigra una prima volta in Francia nel 1922. In precedenza non era stato oggetto di rilievi politici, anche se ritenuto di idee socialiste. Colpito da decreto di espulsione nel 1924, resta clandestinamente nel paese fino al 1927 quando rientra in Italia e alla frontiera gli viene trovata la tessera sindacale della CGTU francese. Emigra di nuovo nel gennaio 1930 recandosi in Belgio dove lavora per una ditta olandese alla costruzione del canale Albert nei pressi della frontiera olandese. Nel 1935 rientra clandestinamente in Francia, rimanendo nascosto nei dintorni di Parigi. Nel gennaio 1936 passa i Pirenei e giunge a Barcellona dove lavora come scaricatore di porto. Il 10 novembre 1936 si arruola nella compagnia italiana del battaglione Dimitrov (XV Brigata Internazionale) sino a metà aprile 1937, quando è inquadrato come sergente nel 3. battaglione della Brigata Garibaldi. Ferito a Farlete il 28 agosto 1937 da una pallottola esplosiva alla coscia destra con conseguente anchilosi del ginocchio, è costretto a trascorrere un lungo periodo di degenza negli ospedali di Lèrida e poi di Matarò, fino a quando è dichiarato inabile al servizio l’8 maggio 1938. Il 22 luglio 1938 viene fatto rientrare in Francia. Si stabilisce a Parigi, dove riceve aiuti economici dal Soccorso Rosso. Arrestato nell’aprile 1939 per contravvenzione al decreto di espulsione del 1924, rifiuta di arruolarsi nella Legione Straniera e preferisce farsi rimpatriare. Consegnato alla polizia italiana, viene arrestato a Bardonecchia il 16 gennaio 1940. Tradotto a Bergamo è costretto ad ammettere la sua partecipazione alla guerra di Spagna a causa della cicatrice ancora ben visibile. Arrestato, viene condannato il 2 febbraio 1940 a cinque anni di confino e inviato a Ventotene (Latina). Liberato nell’agosto 1943, ritorna a Bergamo dove si rifugia con altri sbandati tra le montagne. Entra a far parte della Resistenza nel gruppo del comandante Modesto, della Brigata G. Camozzi comandata da Bepi Lanfranchi e facente parte della divisone Orobica di Giustizia e Libertà. E’ registrata la sua effettiva presenza in questo distaccamento nel periodo che va da giugno 1944 all’aprile 1945. Partecipa a numerose azioni tra cui spicca l’assalto nel luglio 1944 a un reparto tedesco in località Valzurio. Viene catturato sul monte Vaccaro ed incarcerato a Bergamo. Da qui sarà trasferito in campo di concentramento sino all’aprile 1945. Nel dopoguerra lavora per qualche tempo presso la federazione di Bergamo del Partito Comunista. Il Consiglio Regionale Lombardo il 7 novembre del 1976 conferisce a Giacomo Palamini la Medaglia d’Oro alla memoria in occasione del quarantesimo anniversario della Guerra Civile Spagnola. Muore a Parre (Bergamo) nel 1980.