Orciani Italo Carlo di Attilio e Sottili Stamira, nato il 9 gennaio 1896 ad Ancona. Di professione viaggiatore di commercio. Nato da una famiglia agiata passa una giovinezza inquieta. A soli diciotto anni si arruola volontario per partecipare alla guerra di Libia. È nominato sottotenente di complemento durante la prima guerra mondiale nel 595. gruppo mitraglieri FIAT. Malgrado il buon grado di istruzione e le discrete possibilità finanziarie sviluppa un carattere ribelle. II 3 settembre 1920 riporta una condanna a ventotto giorni di reclusione per truffa. La pena gli viene sospesa per cinque anni ma perde il grado di sottotenente di complemento. Intanto il padre, vista la vita dissoluta che conduce, lo allontana dalla famiglia. Si reca prima in Germania per trovarvi una sistemazione ma la crisi di quel paese lo riporta in Italia. Decide di andare in Argentina, dove trova impiego presso la Banca d'Italia di Buenos Aires, Resta in Argentina per due anni, ma è costretto a ritornare in Italia per motivi di clima. Nel 1933 è a Bologna, riprende la sua attività di viaggiatore di commercio. Nel marzo del 1937 espatria per la Francia con regolare passaporto da Brescia Precedentemente aveva fatto domanda per essere arruolato come volontario nelle camice nere, ma non essendo iscritto al P.N.F. viene scartato. A Parigi chiede al consolato italiano di essere impiegato come interprete all'Esposizione Universale, portando come referenze le diverse lingue conosciute. Il consolato respinge la sua domanda. Si rivolge allora all'ex deputato socialista Bocconi del quale conosceva i due figli. Il Bocconi Io convince ad andare in Spagna vista la sua esperienza quale ex ufficiale di complemento. Parte da Marsiglia nell'aprile del 1937 con altri venticinque volontari per Albacete. Dopo un breve tirocinio, viene nominato tenente e diviene istruttore al centro di Madrigueras dove resta per quattro mesi. Inviato a Caspe in Catalogna per raggiungere la Brigata Garibaldi, combatte a Huesca, poi sul fronte di Madrid e d'Aragona. Quindi viene trasferito ad Amposta (Catalogna). Colpito da acuta nevrastenia viene ricoverato all'ospedale di Barcellona. Ottenuti due mesi di licenza con l'obbligo di passarli in Spagna, riesce al contrario ad allontanarsi dal paese grazie all'aiuto della vedova di Mario Angeloni e alla complicità di un funzionario del consolato argentino. Rientra in Francia per un breve periodo di tempo, poi passa ad Innsbruck. da dove, tramite il console italiano, invia all'autorità italiane un'istanza per esporre la sua situazione e per offrire i propri servizi informativi sulle milizie rosse. Non ottenendo risposta si reca al Brennero, qui viene arrestato e trovato in possesso di un opuscolo comunista e di documenti comprovanti la sua appartenenza alla Brigata Garibaldi. Tradotto a Roma è qui processato e condannato, il 14 ottobre 1937. a cinque anni di confino da scontare alle Tremiti. Inizia dal confino una lunga serie di istanze per ottenere clemenza. Ripudia il suo passato e inneggia al regime: "nel colmo della disperazione, mi risolsi arruolarmi in una brigata internazionale per la Spagna rossa. Tale era la mia situazione e, se vi sembrerà un paradosso. Signor Questore Illustrissimo, la realtà era che, per vivere, dovevo andare a morire, non importa con chi e per chi. La mia permanenza in Spagna fu di breve durata. Non vi descrivo gli orrori, le ingiustizie, l'immoralità delle orde di quel bieco esercito" (brano di una lettera spedita da Orciani al Questore di Ancona con data 1ottobre 1939). Al confino si ammala di esaurimento nervoso. Nel giugno del 1941 il confino gli viene commutato in ammonizione e può far ritorno ad Ancona. Qui si dà un gran daffare per trovare lavoro. Nel frattempo, in seguito ana sua buona condotta nel novembre 1941 gli viene revocata anche l'ammonizione. Inizia a girare l'Italia sempre in cerca di lavoro, Milano, Brescia e la provincia di Ancona. Fa domanda per poter andare in Germania quale interprete volontario, ma non gli viene rilasciato il passaporto. Il 19 giugno 1943 à arrestato dai carabinieri di Cingoli per disfattismo e viene nuovamente assegnato al confino di polizia per altri cinque anni. Liberato il 17 agosto 1943 ritorna nelle Marche a Jesi (Ancona), dove muore il 2 aprile 1950.

Annotazioni: Scheda biografica redatta da Roberto Lucioli per il volume Gli antifascisti marchigiani nella guerra di Spagna (1936-1939) [Ancona]: ANPI Marche/Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche, stampa 1992