Nozzoli Artorige di Martino (forse di nazionalità spagnola) e Cambi Carolina, fratello di Nozzoli Quisnello, nato il 12 ottobre 1895, a Lastra a Signa (Firenze). Cappellaio, anarchico. Appartenente a famiglia sovversiva, ma mai iscritto ad alcun partito, durante la prima guerra mondiale si arruola come volontario nel 69. Reggimento di fanteria. Combatte sul fronte francese nel 1917, ma "insofferente alla disciplina militare" diserta e viene colpito da condanna a 10 anni per insubordinazione con insulti, minacce e passaggio a vie di fatto, ridotta a tre anni nel 1919 ma poi aggravata dalla diserzione e dal passaggio all'estero, per cui riceve a 2 anni di condanna dal Tribunale Militare. Infatti, nel 1919 (secondo altri nel 1921) espatria clandestinamente in Francia e vive fino al 1921 a Parigi, da dove viene però espulso a seguito di una rissa tra sguatteri al ristorante italiano “Poccardi” per cui aveva subito un mese di prigione per resistenza alla polizia. Trasferitosi a Barcellona, il 28 luglio 1928 è espulso anche dalla Spagna quale elemento indesiderabile e sospettato di un attentato contro il regime monarchico. Il 19 luglio 1928 è nuovamente arrestato a Barcellona per violazione del decreto di espulsione e viene accompagnato alla frontiera di Port Bou. Per poter rientrare in Spagna si arruola per tre anni nella Legione straniera spagnola (inviato in Marocco a Ceuta, raggiunge il grado di caporale-furiere) e si congeda all’avvento del governo repubblicano. Nel 1932 ottiene la residenza spagnola e a Barcellona sposa Maria Minghez Diaz il 20 settembre 1931. Impianta una piccola fabbrica per la confezione e la vendita di cappelli per signora, che conduce con frequenti viaggi per commercio fra Parigi e la Spagna. Allo scoppio dell'insurrezione franchista è protagonista in ogni manifestazione contro i falangisti e prende parte a tutti i movimenti libertari di Barcellona. Iscritto in Rubrica di frontiera e nel Bollettino delle Ricerche, è compreso nelle liste dei sovversivi residenti all’estero e degli attentatori. Allo scoppio della guerra è visto girare per Barcellona armato di pistola e sciabola organizzando la difesa contro i militari insorti. Un informatore fascista comunica alla Divisione Polizia Politica italiana che Nozzoli «si vede girare per le vie di Barcellona armato di pistola e di un antico sciabolone di cavalleria. Anima, incoraggia, fa piani e progetti di attacchi e incursioni contro falangisti, fascisti, ecc.» e indossa l’uniforme della FAI. Si arruola già nel 1936 nella Sezione Italiana di Carlo Rosselli e Camillo Berneri aggregata alla Colonna Ascaso della CNT-FAI e a fine marzo del 1937 è a Barcellona, in attesa di tornare al fronte. Secondo le informazioni presenti al CPC, invece, sembra sia fuggito da Barcellona perché sospettato di spionaggio presso la FAI per conto della polizia investigativa di Barcellona, gestita dai comunisti. Il Consolato comunica che già il 5 aprile 1937 è a Marsiglia. Richiede un visto per Tangeri ma è rifiutato all'ingresso e torna a Barcellona sotto lo pseudonimo dell'ingegnere spagnolo Mozzoli Arturo. Nell’autunno è di nuovo a Marsiglia e sembra trovarsi ancora in contrasto con gli anarchici; nel novembre 1937 è a Parigi e frequenta gli ambienti di Giustizia e Libertà. Si perdono le sue tracce fino al maggio 1939, quando tenta di entrare in Spagna, prima legalmente in quanto naturalizzato spagnolo e poi con un passaporto falso per raggiungere la famiglia a Barcellona. Il 6 settembre 1939 tenta di arruolarsi nell'esercito francese o nei garibaldini. Arrestato in data imprecisata sconta 108 giorni di prigione a Montpellier e viene poi trasferito al Vernet. Arriva al campo il 23 ottobre 1940 ed è internato nella sezione A (condannati per delitti comuni, baracca 13, n. di matricola 1905 perché condannato a 10 mesi di prigione per infrazione al decreto di espulsione e perché considerato pericoloso per l'ordine pubblico). Afferma di non aver mai fatto politica e di essere anticomunista e la sua condotta nel campo è giudicata buona. Sollecita il rimpatrio anche con uno sciopero della fame di 5 giorni, e il suo rientro viene programmato per il 5 gennaio 1941, ma il 25 novembre 1940 chiede di arruolarsi nella Legione Straniera. Il 29 novembre 1940 evade dal campo dall'ospedale di Pamiers (Ariège) dove è ricoverato. Riarrestato in seguito nel gennaio 1941 esce al carcere i Montpellier, tenta inutilmente di ottenere un passaporto valido per la Spagna, presentando anche un documento rilasciato dalla Vicaria generale dell’Istituto delle Suore Francescane di Barcellona in cui si attesta che Nozzoli durante la guerra civile è intervenuto per proteggere 14 suore). Nel febbraio 1941 rientra clandestinamente in Spagna e risiede nascosto a Barcellona. Il 3 aprile 1941 è arrestato nei pressi della collina del Montjuic dopo una colluttazione in cui esplode numerosi colpi di pistola e rimpatriato con il piroscafo Derna. All’arrivo è arrestato e sconta una pena carceraria di 2 anni per espatrio clandestino. Liberato nel giugno 1943, rientra a Lastra a Signa. Nel gennaio 1944, è condannato dal Tribunale militare a 3 anni e 6 mesi di carcere per vilipendio della nazione. Dal 1963 al 1969 risiede nuovamente in Spagna. Nessuna ulteriore notizia.