Noce Teresa di Pietro e di Rosa Actis-Biletta, nata a Torino il 31 luglio del 1900. Sindacalista, comunista. Di professione sarta e stiratrice in gioventù. Di famiglia poverissima viene allevata insieme con il fratello, di qualche anno più grande, dalla madre, dopo che il padre li aveva abbandonati. E’ costretta ad abbandonare la scuola dopo la quarta classe elementare, proseguendo la sua formazione da autodidatta. A undici anni partecipa come operaia in un biscottificio al suo primo sciopero, per ottenere miglioramenti salariali e di orario. Nel 1915 manifesta e sciopera contro la guerra in occasione dell’entrata dell’Italia nella I Guerra Mondiale. Nel 1917 entra in fabbrica come tornitrice alla FIAT brevetti. Nell’agosto del 1917 è sulle barricate torinesi durante gli scioperi e la sommossa per il pane ed ancora contro la guerra, dove perde il fratello maggiore, unica figura familiare in cui sentiva di identificarsi. Nel corso del 1919 aderisce al Partito Socialista e contribuisce alla costituzione di un gruppo giovanile socialista di Porta Palazzo di cui diventa la segretaria responsabile. Durante il cosiddetto biennio rosso prende parte alla occupazione delle fabbriche e un anno dopo, nel gennaio del 1921, aderisce al PCd’I (Partito Comunista d’Italia) fin dalla sua fondazione. Lo stesso anno conosce Luigi Longo, allora studente di Ingegneria, con incarichi di rilievo nel Partito. Segretaria della Federazione Giovanile Comunista italiana dal1923, dirige da Milano il giornale “La Voce della Gioventù”. Nel 1924, sposa Longo e partorisce il piccolo Luigi Libero (avrà in seguito altri due figli, uno dei quali morto in tenera età). Arrestata nel corso dello stesso anno e rilasciata dopo una breve detenzione, entra in semiclandestinità. Nel gennaio 1926 espatria clandestinamente in Francia, poi raggiunge Mosca con Longo per potervi frequentare la cosiddetta Scuola Leninista (più propriamente i Corsi leninisti internazionali). Iscritta in Rubrica di frontiera per l’arresto, viene anche denunciata (in contumacia) al Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato. Lasciata Mosca, fa ritorno in Francia nel 1929 dove fa parte del gruppo che all’inizio degli anni’30 mira a sviluppare lotte di massa in Italia. Dalla Francia si trasferisce momentaneamente in Svizzera per partecipare alla prima conferenza illegale del PCd’I. Arrestata con Togliatti, Longo e il giovane militante valsesiano Vincenzo “Cino” Moscatelli, non appena liberata entra clandestinamente in Italia per raggiungere l’Emilia. Ha l’incarico di iniziare ad organizzare il non facile ed esposto lavoro di agitazione dall’ interno dei sindacati fascisti. Tra il 1931 ed il 1934 fa la spola tra la Francia e l’Italia: sono numerosi i rientri da clandestina, sovente legati alla riorganizzazione del Centro interno del Partito. Nel 1933 è fra le organizzatrici di un inatteso sciopero delle mondine che avrà vasta eco, e nel medesimo periodo redige “L’Unità” clandestina e dirige il periodico “La Risaia”. Incaricata della direzione de “Il Grido del Popolo” (nel corso del 1937 diventerà “La Voce degli Italiani”, unico giornale della emigrazione politica antifascista capace di trasformarsi in quotidiano). Nel 1934 segue ancora Longo a Mosca e lavora al Profintern (Internazionale dei Sindacati Rossi) e nel 1935 fa parte della delegazione italiana al 7. Congresso del Komintern (l’Internazionale Comunista) ed è fra i delegati internazionali che protestano davanti alla sede della Società delle Nazioni a Ginevra contro l’aggressione fascista italiana all’Abissinia. Tornata a Parigi contribuisce alla nascita di “Noi donne”, mensile diretto da Xenia Sereni. Dall’ ottobre del 1936 è nella Spagna repubblicana col nome di battaglia di “Estella” e svolge una intensa attività a Valencia (Levante), dove lavora al Commissariato generale delle Brigate Internazionali e dirige il periodico della XII Brigata Garibaldi, “Il Volontario della Libertà”. Collabora con più di un giornale antifascista, trovando anche il tempo per curare nel 1937 la pubblicazione del volume “Garibaldini in Spagna”, ricco anche dei suoi personali contributi. Per tutto il 1937 è spesso al fronte tra i combattenti spagnoli ed internazionali. Lascia la Spagna alla fine del 1938, dopo il ritiro dai fronti e la smobilitazione dei volontari internazionali e la Despedida (il commiato dalle popolazioni catalane). Rientrata a Parigi pubblica nel “Gioventù senza sole”, romanzo autobiografico dedicato al racconto della sua giovinezza torinese, ma nel settembre del 1939 viene arrestata in quanto straniera e comunista ed internata nel campo di Rieucros (Lozère) allora destinato alle donne, condivide un periodo della prigionia con alcune compagne italiane tra cui Baldina Di Vittorio e Anna Maria Montagnana. I suoi due figli, ancora bambini, vengono espulsi dalla Francia, ma possono lasciare il paese grazie all’ospitalità Unione Sovietica. La Noce viene liberata dopo l’armistizio franco-tedesco per intervento delle autorità sovietiche (allora alleate alla Germania nazista) ed è autorizzata a lasciare la Francia insieme a Longo per raggiungere i figli in Unione Sovietica. Non riesce però a partire a causa dell’invasione nazista all’Unione Sovietica del giugno 1941 e rimane bloccata a Marsiglia. Mentre Longo viene arrestato e consegnato alle autorità italiane, la Noce sfugge alla cattura ed inizia a lavorare per il Partito Comunista francese come responsabile della MOI (Mano d’opera immigrata). E’ fra gli organizzatori dei primi gruppi FTP (Francs-Tireurs-et-Partisans), ma, durante un viaggio illegale a Parigi, viene arrestata dalla polizia collaborazionista di Vichy. Non riescono ad identificarla e dopo alcuni mesi di detenzione a Parigi nel carcere della Petite Roquette, è consegnata ai nazisti che nell’agosto del 1943 la deportano in Germania nei campi di concentramento di Ravensbrück poi a Flossenburg ed infine a Holleischen (Cecoslovacchia), dove lavora in una fabbrica di munizioni fino alla liberazione da parte dell’Armata Rossa. Riportata a Parigi il 5 maggio del 1945, è arrestata dalla polizia militare francese per “sospetto collaborazionismo” e rinchiusa in una prigione della capitale. A luglio è liberata per l’intervento del Partito Comunista francese e lo stesso mese. rientra in Italia per riprendere la sua attività politica e sindacale. Al V Congresso nazionale del PCI del 1946 è eletta nel Comitato Centrale. Il 2 giugno 1946 è tra le 21 donne elette all'Assemblea costituente italiana e una delle cinque donne entrate a far parte della Commissione speciale, incaricata di elaborare e proporre il progetto di Costituzione da discutere in aula, divenuta nota col nome di Commissione dei 75, presieduta da Meuccio Ruini, già presidente del Consiglio di Stato. E’ riconfermata come deputata per due legislature e si distingue come proponente della legge 26 agosto 1950 n. 860 per la "Tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri" che, sostituendo la precedente normativa in materia del 1934, costituì la base della legislazione sul lavoro femminile fino alle leggi degli anni Settanta sulla parità tra donne e uomini. Dal 1947 al 1955 è Segretaria Generale della FIOT, (Federazione impiegati ed operai tessili) dal 1947 al 1965. Dal 1949 al 1958 è anche presidente dell’Unione internazionale sindacale dell’abbigliamento. Nel 1949 ottiene la separazione consensuale da Longo e nel 1953 il matrimonio è annullato su richiesta del marito a San Marino, avvenuta a sua insaputa. Dopo questa dolorosa esperienza si allontana dalla direzione del partito e vive prevalentemente a Milano. Perdute le cariche politiche e sindacali, dal 1959 fa parte per alcuni anni del Consiglio nazionale dell’economia del lavoro in rappresentanza della CGIL, poi si ritira a vita privata. Racconterà le proprie esperienze di comunista e di donna nel libro “Rivoluzionaria professionale” del 1974.Il 7 novembre del 1976 il Consiglio Regionale Lombardo insignisce Teresa Noce di Medaglia d’Oro ad honorem, attribuita in occasione del quarantesimo anniversario della Guerra Civile Spagnola. Muore a Bologna il 22 gennaio del 1980. Nel 2013 le sue spoglie sono state traslate nel Monumento Ossario ai caduti partigiani alla Certosa di Bologna.

Annotazioni: Scheda basata sulla biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata ad ottobre 2010, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas) , Archivio Centrale dello Stato/Casellario Politico Centrale – Roma (busta 3533), Archivio INSMLI – Milano (Fondo Aicvas, busta 41, fascicolo 160), Archivio Fondazione Istituto Gramsci Piemontese – Torino, = NOCE, Teresa “Estella”.-“Rivoluzionaria professionale”, Milano, La Pietra,1974.