Barra-Maggio Chiaffredo di Giuseppe e Brondino Margherita, nato il 24 novembre 1895 a Sanfront (Cuneo), comunista. Di professione contadino e allevatore. Chafré ‘d ki d Magg (nel dialetto occitano di Comba Gambasca, Chiaffredo dei Maggio), è il più grande di otto fratelli. Soldato nella prima guerra mondiale nel Corpo degli alpini, con la fine delle ostilità é congedato e non tarda ad espatriare clandestinamente in Francia. Non abbiamo particolari sul suo percorso iniziale oltralpe, ma sappiamo che anni dopo viveva a Roubaix (Dèpartement du Nord), nelle Fiandre francesi. Conla compagna di vita (cittadina francese, di etnia fiamminga, vedova con quattro figli) gestisce una osteria in rue Delacroix, ritrovo abituale per altri emigrati italiani e diventa simpatizzante comunista. Non ha potuto seguire studi regolari ma che possiede una discreta cultura, frutto di tante letture e delle frequentazioni politiche d’oltralpe. Parla correttamente l’italiano ed il francese ed è attivo per il Partito e per il Soccorso Rosso Internazionale. I suoi periodici ritorni al villaggio natale (rigorosamente clandestini, avvengono probabilmente attraverso il Colle delle Traversette, che collega il Queyras con l’Alta Valle del Po), lasciano nei familiari e nei conoscenti un ricordo tenace e duraturo, quello di un bon vivant scanzonato cui piacevano le belle donne, le allegre compagnie, le feste e le canzoni (pare disponesse d’una bella voce, che utilizzava volentieri in compagnia e nelle feste). La sorella ricorda bene un episodio, indicativo della personalità di questo fratello sovversivo: dura te uno dei rimpatri, in pieno regime fascista, prende parte alla festa patronale di un paese della bassa valle in compagnia di un certo Vanturin, un compagno originario di un altro comune della valle, anche egli emigrato a Roubaix. É probabile che i due avessero un po’ ecceduto nel bere, succedeva sovente durate le feste, quel tanto da andare fuori controllo e mettersi a cantare in pubblico a voce spiegata la proibitissima Bandiera Rossa. Naturalmente l’episodio provoca sorpresa e sconcerto ma nessuno lo denuncia poiché tutti lo conoscevano e si sapeva che era una brava persona. Talvolta, avvisati dalla sua presenza da qualche immancabile spia, i Regi Carabinieri venivano a cercarlo a casa: parenti e compaesani giuravano di non averlo più visto, oppure assicu-ravano che fosse già partito, e tutto finiva lì. Barra-Maggio, iscritto al Partito comunista francese dal 1934, parte da Roubaix il 15 gennaio del 1937 e e si reca volontario a combattere per la repubblica spagnola: s’arruola nel battaglione italiano Garibaldi e prende probabilmente parte alla battaglia del Jarama (7-22 febbraio) ed a quella di Guadalajara (8-23 marzo). Ferito leggermente (data e località non note, probabilmente a Guadalajara), nella primavera del 1937 appena ristabilito viene destinato alla 1. Compagnia, 1. Battaglione, della 12. Brigata Internazionale Garibaldi. Per più di un anno, durante il quale prende probabilmente parte a tutto il ciclo operativo della Brigata (in Castiglia, a più riprese in Aragona, Extremadura, poi ancora Aragona nella durissima primavera del 1938), perdiamo il filo del suo percorso spagnolo. Lo ritroviamo il 17 giugno del 1938, quando presenta la domanda di adesione al Partito comunista spagnolo e si trova schierato sul fronte dell’Ebro con altri volontari internazionali e con il fior fiore delle unità repubblicane spagnole, in attesa dell’ultima, decisiva battaglia dei repubblicani spagnoli contro un nemico sempre meglio armato e supportato dagli alleati, i fascisti italiani ed i nazisti. Sono gli ultimi durissimi combattimenti “ufficiali” prima che, a battaglia ancora in corso, arrivi il ritiro dai fronti, la smobilitazione dei volontari internazionali, la despedida (il commiato dalle popo-lazioni catalane) ed i successivi, disperati scontri nel corso della retirada. Nel nel mese di ottobre, ottiene la tessera PCE n. 253129. Barra-Maggio rientra in Francia alla fine della retirada (prima decade del febbraio 1939) e senza subire alcun internamento riesce a far ritorno a Roubaix. Riprende la vita con la sua compagna e la gestione dell’osteria. In città nulla sembra essere trapelato sulla sua vicenda di combattente delle Brigate Internazionali: se ciò fosse accaduto la sua vita a Roubaix, sarebbe stata complicata poiché dopo la metà del 1940 le Fiandre francesi vengono annesse al Terzo Reich. Sopravvissuto in qualche modo alla occupazione nazista e alla guerra, pochi anni dopo la Liberazione rimane solo a causa del decesso della sua compagna: lascia allora l’attività nelle mani dei figli di lei, ormai grandi, ed emigra a Sud presso un’altra sorella che vive ad Aix-en-Provence. In questa città muore improvvisamente nel corso del 1949 senza aver lasciato testamento.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata a maggio 2015, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio Istituto Storico Regionale “Parri” – Bologna, Archivo General Militar de Avila (E), Armaro 00, Legajo 276, Carpeta 007, Archives BDIC – Nanterre (MFM 880/37, Brigades Internationales, Fonds 545/ 472), Archivio del Comune di Sanfront.